La diagnosi dell’endometriosi può essere molto difficile. Scopri quanto potrebbe essere utile una risonanza magnetica!
La diagnosi dell’endometriosi può essere molto difficile. Scopri quanto potrebbe essere utile una risonanza magnetica!La diagnosi dell’endometriosi è tutt’altro che semplice. Il tempo medio di attesa prima di riuscire a riconoscerla è di ben 9 anni, durante i quali chi ne soffre può dover convivere con dolori forti e debilitanti.
Oggi però un nuovo studio apre la strada a strategie diagnostiche innovative.
Una risonanza magnetica basata sull’uso del gadolinio potrebbe permettere di individuare anche piccole quantità di tessuto endometriale ectopico
Quest’ultimo è formato dalle cellule tipiche del rivestimento interno dell’utero, ma è localizzato sulla superficie di altri organi (ad esempio della vescica) o nel miometrio (la muscolatura dell’utero).
Come le cellule dell’endometrio propriamente detto anche quelle dell’endometrio ectopico rispondono alle variazioni degli ormoni tipiche del ciclo mestruale, arrivando a causare vere e proprie emorragie dolorose.
In uno studio pubblicato sul Journal of Cellular Physiology gli esperti del Centro Italiano Endometriosi di Roma Pietro Signorile e Alfonso Baldi hanno scoperto che l’endometrio ectopico produce grandi quantità di ormone anti-mulleriano (Amh), una molecola che, spiegano i ricercatori, “serve a mantenere l’omeostasi cellulare fisiologica in vari tessuti e organi umani”.
L’espressione di Amh nell’endometrio ectopico è tale che marcandolo con il gladolinio - un metallo comunemente utilizzato come mezzo di contrasto - è possibile visualizzare la presenza di quantità anche piccole di tessuto al di fuori della superficie interna dell’utero.
“Il potenziale significato di questa scoperta potrebbe essere ulteriormente validato in ambito clinico”, concludono Signorile e Baldi sulle pagine del Journal of Cellular Physiology.
Se la sua utilità sarà confermata medici e pazienti potrebbero avere a disposizione un nuovo mezzo più efficace rispetto a quelli attuali per individuare e combattere l’endometriosi.
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Fonte: Agi; Journal of Cellular Physiology