Mal d'auto e mal di mare possono trasformare in incubi anche piccoli spostamenti. Un aiuto potrebbe arrivare dal cellulare: scopri di più!
Mal d'auto e mal di mare possono trasformare in incubi anche piccoli spostamenti. Un aiuto potrebbe arrivare dal cellulare: scopri di più!Le cause del mal di mare e mal d'auto non sono del tutto note. L'ipotesi è che il cervello venga mandato in confusione dai segnali contrastanti provenienti da occhi e orecchie e che la conseguenza sia il tipico senso di malessere che può tradursi in vomito.
Anche se c'è ancora da gettare luci sulle loro origini c'è un aspetto piuttosto chiaro.
Mal d'auto e mal di mare colpiscono circa 3 persone su 10
Oggi un nuovo studio dell'Imperial College di Londra apre la strada alla messa a punto di una nuova soluzione a questo problema. GLi autori della ricerca hanno dimostrato che basta far passare una lieve corrente elettrica attraverso due elettrodi applicati sul cuoio capelluto per prevenire il disturbo o, almeno, per farlo svanire più in fretta.
Lo studio, pubblicato su Neurology, ha previsto che i partecipanti indossassero gli elettrodi per circa 10 minuti per poi accomodarsi su una sedia in grado di simulare i movimenti che possono scatenare malesseri vari.
E' stato così scoperto che dopo il trattamento la probabilità che i volontari avessero la nausea era inferiore e che chi stava male e si riprendeva più rapidamente.
“Il problema con trattamenti contro il mal di moto è che quelli efficaci sono in genere compresse che causano anche sonnolenza”, spiega Michael Gresty, coautore dello studio.
Questo nuovo metodo, all'apparenza efficace e sicuro, potrebbe permettere di sorpassare questo incnveniente.
“Potrebbe essere qualcosa di simile al macchinario per Tens utilizzato contro il mal di schiena”, ipotizza Qadeer Arshad, primo nome della pubblicazione.
“Siamo fiduciosi che entro 5-10 anni le persone potranno andare dal farmacista e acquistare una apparecchio anti-nausea”, racconta Arshad, aggiungendo: “Speriamo di poterlo addirittura integrare in un cellulare, che somministrerebbe la piccola dose di elettricità richiesta attraverso l'uscita per gli auricolari”.
Nell'attesa che sia uno smartphone a risolvere il problema dovremo però affidarci ancora ai vecchi metodi.
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Foto © aleutie – Fotolia.com
Fonte: Imperial College London