Il virus Ebola ha un punto debole? Il mondo scientifico è alla ricerca di nuovi farmaci per combattere il virus, che forse ha un tallone d'Achille. I dettagli.
Il virus Ebola ha un punto debole? Il mondo scientifico è alla ricerca di nuovi farmaci per combattere il virus, che forse ha un tallone d'Achille. I dettagli.Il virus Ebola può essere letale nel 90% dei casi.
La mancanza di trattamenti specifici contro l'infezione contribuisce significativamente a una mortalità tanto elevata.
Per questo il mondo scientifico è alla ricerca di nuovi farmaci contro questo temibile virus e di vaccini che aiutino a prevenire o a trattare l'infezione.
Un nuovo studio pubblicato su mBio apre una nuova strada proprio verso la messa a punto di un farmaco antivirale potenzialmente efficace dal punto di vista preventivo.
Un gruppo internazionale di ricercatori ha identificato il tallone d'Achille dell'Ebola
Il punto debole è rappresentato da una proteina delle cellule bersaglio del virus, NPC1 (Niemann-Pick C1).
Localizzata nelle membrana di organuli noti con il nome di lisosomi, questa molecola è indispensabile perché il virus Ebola possa infettare le cellule.
La sua importanza è stata confermata da studi condotti sui topi.
Esperimenti condotti in laboratorio avevano già suggerito che il virus sfrutta NPC1 per entrare nelle cellule, ma la conferma è arrivata solo con questa nuova ricerca.
“Topi cui mancano entrambe le copie del gene NPC1, e quindi privi della proteina NPC1, erano completamente resistenti all'infezione”, racconta Kartik Chandran, coautore dello studio.
Il processo minato dall'assenza di NPC1 è quello che permette al virus di entrare nel citoplasma della cellula.
Il meccanismo di infezione prevede infatti che l'Ebola si leghi alla membrana esterna della cellula e che questa formi una vescicola che si richiude restando inglobata all'interno della cellula. Qui si dirige verso i lisosomi, scaricando al loro interno il suo contenuto, virus incluso.
Una volta negli organuli l'Ebola riesce a sfruttare meccanismi propri della cellula per sopravvivere ed essere liberato nel citoplasma, ma in assenza di NPC1 ciò non può avvenire.
Sulla base di questa scoperta i ricercatori ipotizzano che per proteggere le cellule da Ebola potrebbe essere sufficiente un farmaco antivirale in grado di bloccare la sua interazione con NPC1.
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Fonte: Albert Einstein College of Medicine