Una nuova varietà di broccoli aiuta a ridurre il colesterolo cattivo. Scopri di cosa si tratta!
Una nuova varietà di broccoli aiuta a ridurre il colesterolo cattivo. Scopri di cosa si tratta!I broccoli sono noti per le loro proprietà salutari.
La loro arma segreta è la glucorafanina, una molecola che aiuta l'organismo a regolare il metabolismo cellulare.
Oggi una nuova varietà di questi ortaggi promette di aiutare a difendere la salute del cuore.
Introdurre nella propria alimentazione il broccolo Beneforté può aiutare a ridurre del 6% i livelli di colesterolo LDL, quello “cattivo”
Il broccolo in questione è una varietà ottenuta tramite tecniche di incrocio tradizionale ed è caratterizzato da livelli di glucorafanina da 2 a 3 volti superiori rispetto alle altre varietà.
I suoi benefici in termini di colesterolo sono stati analizzati dal britannico Institute of Food Research e dai ricercatori dell'Università di Reading in uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Nutrition and Food Research.
In 2 esperimenti separati i ricercatori hanno fatto mangiare ai partecipanti 400 grammi di broccolo Beneforté alla settimana per 12 settimane, al termine delle quali è stata rilevata una riduzione del colesterolo LDL pari a circa il 6%.
Livelli elevati di colesterolo LDL sono un fattore di rischio cardiovascolare e ridurli anche solo dell'1% permette di ridurre dell1-2% il rischio di malattie coronariche
Ma come funziona la glucorafanina?
Ad entrare in gioco sono i mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula.
Quando questi organuli non funzionano correttamente, o se le energie disponibili per l'organismo sotto forma di zuccheri o grassi sono troppe, l'energia in eccesso viene convertita in colesterolo.
La glucorafanina è il precursore di una molecola che impedisce che ciò accada, il sulforafano.
Una volta introdotta nell'organismo la glucorafanina viene convertita in sulforafano, e quest'utlimo attiva geni specifici per riequilibrare il metabolismo.
Lo studio sull'efficacia del broccolo Beneforté porta prove a sostegno del fatto che questa catena di eventi porti alla riduzione della sintesi di colesterolo.
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Fonte: Institute of Food Research