I sintomi della sclerosi multipla potrebbero essere ridotti da un intervento chirurgico. Scopri le ultime novità nel campo!
I sintomi della sclerosi multipla potrebbero essere ridotti da un intervento chirurgico. Scopri le ultime novità nel campo!La sclerosi multipla è una grave patologia caratterizzata da alterazioni della sostanza che riveste i prolungamenti dei neuroni, la mielina.
Secondo la teoria di Paolo Zamboni, esperto dell'Università di Ferrara, alla base di questo fenomeno ci sarebbe l'insufficienza cronica cerebrospinale (Ccsvi), che ostruendo le giugulari porterebbe all'accumulo di pericolose sostanze tossiche dall'effetto infiammatorio.
Un recente studio recentemente pubblicato sulla rivista Lancet ha però messo in dubbio la validità di questa teoria.
Oggi, però, una nuova pubblicazione di Zamboni apparsa su Veins and Lymphatics spiega i limiti metodologici di questo studio, riaprendo il dibattito sulla validità degli interventi chirurgici che propone per il trattamento della sclerosi multipla
Zamboni propone infatti un intervento chirurgico per rimuovere l'ostruzione delle giugulari che secondo la sua teoria porterebbe all'accumulo di sostanze tossiche.
Questa operazione aiuterebbe sia a ridurre i sintomi della sclerosi multipla, sia a rallentare la sua progressione.
Lo studio pubblicato su Lancet non avrebbe però rilevato differenze significative in termini di insufficienza venosa cronica cerebrospinale tra i pazienti affetti da sclerosi multipla, i loro fratelli e gli individui sani la cui situazione è stata utilizzata come controllo.
Zamboni sottolinea però che per valutare il restringimento è stato utilizzato un metodo mai pubblicato, differente da quello in genere utilizzato (la misurazione del diametro dei vasi nella parte subito precedente al punto più stretto).
La mancanza di differenze riscontrata in questo studio sarebbe dovuta al fatto che in genere il diametro del bulbo giugulare, incluso nelle misurazioni effettuate in questo studio, supera il 50% del diametro minimo della giugulare interna.
Oltre a questo dettaglio Zamboni muove anche altre dettagliate critiche alla misurazione effettuata dagli autori dello studio che mettono in serio dubbio la validità dell'approccio utilizzato.
Infine, l'esperto sottolinea che nuove metodiche, come la risonanza magnetica non invasiva, possono aiutare a migliorare la valutazione della situazione.
In altre parole, il coinvolgimento dell'insufficienza cronica cerebrospinale non sarebbe ancora da escludere e ci sarebbero ancora margini di miglioramento per la sua valutazione.
Foto @ Rob Swatski - Flickr
Fonte: Veins and Lymphatics