Il virus Monkeypox, meglio noto come vaiolo delle scimmie, si diffonde nel mondo con numeri che l’Oms ha definito da “emergenza sanitaria globale”. Come si trasmette tra persone e perché si pensa che riguardi prevalentemente la popolazione gay?
Il virus Monkeypox, meglio noto come vaiolo delle scimmie, si diffonde nel mondo con numeri che l’Oms ha definito da “emergenza sanitaria globale”. Come si trasmette tra persone e perché si pensa che riguardi prevalentemente la popolazione gay?Un uomo statunitense su due che ha rapporti sessuali con altri uomini starebbe cambiando i propri comportamenti sessuali a causa dell’epidemia da vaiolo delle scimmie. Come? Soprattutto – ha riferito una vasta maggioranza dei quasi 900 intervistati nel mese di agosto 2022, quando i contagi negli Stati Uniti superavano abbondantemente i 16 mila casi - riducendo il numero di partner, limitando il numero di incontri occasionali e di appuntamenti dalle app di dating. Lo studio è stato riportato in questi giorni dal Centro ricerca delle malattie infettiva dell’Università del Minnesota ed è interessante per chiederci se e in che modo il vaiolo delle scimmie sia o meno una malattia a trasmissione sessuale.
Il vaiolo delle scimmie è una vera epidemia
Non neghiamolo, siamo di fronte a una nuova epidemia, perché di questo si tratta. L’Organizzazione mondiale della sanità ne ha evidenziato i tratti di pericolosità dichiarando il Monkeypox virus un’emergenza sanitaria globale.
In Italia non abbiamo ancora la sensazione che la malattia possa realmente diffondersi all’interno della popolazione, forse perché ormai abituati alle numeriche pandemiche del Covid 19, non subiamo alcuna soglia psicologica al dato (il più recente al momento della stesura dell’articolo, ndr) di quasi 800 casi registrati in Italia. Vero è, e lo ammettono le stesse fonti ufficiali, che esisterebbe una stima di “contagiati” sommersa e che farebbe considerare ci sia un numero di persone affette da vaiolo delle scimmie di oltre il doppio di quanto rilevato. E ancora, nuovi studi confermano una possibilità di contrarre l’infezione da vaiolo delle scimmie in forma asintomatica, dunque sfuggente al monitoraggio.
Il vaiolo delle scimmie si può trasmettere da persona a persona?
Il mondo dell’informazione ha in qualche modo contribuito a rendere il vaiolo delle scimmie un’affezione legata prevalentemente allo stile di vita della popolazione omosessuale. Riducendo ai minimi termini la complessità della questione.
Innanzitutto, Il virus monkeypox (MPXV) è difficilmente trasmissibile da persona a persona e il contagio avviene in diversi modi: dal “contatto con materiale infetto presente nelle lesioni cutanee o nei fluidi corporei, o attraverso le secrezioni respiratorie durante il contatto diretto e prolungato faccia a faccia. Inoltre, il MPXV può essere trasmesso tramite oggetti contaminati, come lenzuola o indumenti usati da una persona infetta. Le lesioni presenti nella mucosa orale possono essere infettanti, il che significa che il virus può diffondersi anche attraverso la saliva” riporta l’Istituto superiore di sanità a riguardo.
Il vaiolo delle scimmie è una malattia a trasmissione sessuale?
Ma perché, allora, si è pensato di monitorare e approfondire soltanto le abitudini sessuali nei gruppi gay come nello studio americano di cui sopra? Ancora una volta, si è perso di vista l’andamento generale di Monkeypox, per quanto si desume dalle evidenze condivise dalle autorità sanitarie.
“Il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, il contatto con le lesioni o oggetti condivisi – si legge sul portale del ministero della Salute in una utilissima pagina dedicata ai dubbi più comuni sul vaiolo della scimmia -. Può diffondersi da persona a persona attraverso il contatto fisico stretto, anche attraverso baci, abbracci” per cui – è bene chiarirlo - anche i bambini sono soggetti a rischio di contagio. Comportamenti legati alla sfera dell’intimità come: sesso orale e penetrativo vaginale o anale con una persona infetta sono, va da sé, veicolo di contagio.
La principale via di trasmissione del virus resta ancora il salto di specie da animale all’uomo, a partire da roditori e primati indigeni in alcuni Paesi dell’Africa centro-occidentale: in queste aree del mondo il vaiolo delle scimmie è, infatti, una malattia endemica che non presenta, dunque, rischi importanti all’interno delle comunità locali e che solo in minima parte si ammala per contagio interumano. Esistono due cladi di questo virus che sono geneticamente distinti e solo il clade del Congo comporterebbe complicanze più serie negli esseri umani.
Vaiolo delle scimmie: sintomi cui prestare attenzione
Eruzioni cutanee, sfoghi con lesioni e pustole che possono apparire in diverse regioni del corpo, inclusi i genitali e l’ano sono la manifestazione più importante dell’infezione. Altri sintomi da osservare sono la comparsa di febbre, mal di testa, dolori muscolari o ingrossamento dei linfonodi. Il periodo di incubazione del virus del vaiolo delle scimmie può variare e la prima comparsa dei sintomi intorno al secondo, terzo giorno dal contatto con persona infetta o superficie contaminata. L’evoluzione e la scomparsa dei sintomi del virus – se non vi si presentino complicanze che rendono necessario il ricovero ospedaliero – avvengono spontaneamente in due, tre settimane.