La varicella è una delle malattie infettive tipiche dell'infanzia, ma può colpire anche gli adulti. Scopri i suoi sintomi e come fare prevenzione!
La varicella è una delle malattie infettive tipiche dell'infanzia, ma può colpire anche gli adulti. Scopri i suoi sintomi e come fare prevenzione!Fra le malattie contagiose dell'infanzia la varicella è quella che suscita maggiori preoccupazioni per le cicatrici che può lasciare sulla pelle. Per evitare che la varicella lasci segni permanenti è importante resistere al prurito intenso che riesce a scatenare, lasciando alle lesioni tutto il tempo di guarire completamente
A scatenare il problema è un microbo (il Varicella zoster) che appartiene alla famiglia degli herpes virus e che rimane nell'organismo anche una volta sconfitta la malattia, potendosi riattivare anche in età adulta per scatenare il cosiddetto fuoco di sant'Antonio.
Una volta nell'organismo il virus causa dapprima sintomi come febbre, mal di testa e dolori allo stomaco
Devono invece trascorrere da 10 a 21 giorni dal contatto con una persona infetta perché compaia la caratteristica eruzione cutanea formata da vescicole ripiene di liquido e pruriginose.
Spesso le vescicole compaiono prima sul volto, nella parte centrale del corpo o sul cuoio capelluto. A un paio di giorni dalla loro comparsa diventano opache e vengono sostituite da croste, mentre altri gruppo di vescicole compaiono a livello di bocca, vagina e palpebre.
Ma come si contrae il virus della varicella?
La varicella si può trasmettere solo da persona a persona
La malattia è una delle patologie infettive più contagiose che si conoscano, soprattutto nelle sue prime fasi e, oltre che durante, l'infanzia può colpire anche in età adulta.
Per contrarla basta respirare le goccioline emesse nell'aria da una persona infetta tossendo o starnutendo da 1-2 giorni prima della comparsa delle vescicole fino alla comparsa delle croste. Per questo in genere viene consigliato l'isolamento e il riposo a casa almeno per 5 giorni dopo la comparsa delle prime eruzioni cutanee.
Inoltre il virus può essere trasmesso al bambino nel pancione della mamma, causando la cosiddetta sindrome della varicella congenita. L'infezione prima della nascita (dopo la 20ma settimana di gestazione) può anche essere causa di forme di fuoco di Sant'Antonio nei primi anni di vita.
Contrarre la varicella alla fine della gravidanza può invece causare una forma grave della malattia nel neonato, con una mortalità che può arrivare fino al 30%.
Inoltre anche se in genere l'infezione lascia un'immunità permanente in rari casi è possibile contrarla due volte.
Infine, anche se si tratta di una malattia che tende a risolversi nell'arco di 7-10 giorni non bisogna dimenticare che il suo decorso può essere più aggressivo sia durante l'adolescenza sia in età adulta e in caso di immunodepressione.
Fortunatamente, però, esiste un efficace strumento per la prevenzione: il vaccino. La sua somministrazione – in singola dose, sicura e ben tollerata – è raccomandata a tutti i bambini nel secondo anno di vita ma può essere effettuata in qualsiasi momento tra i 12 mesi e i 12 anni di età. Dopo i 12 anni è consigliata la somministrazione in 2 dosi.
>>>> LEGGI ANCHE
Come evitare che la varicella lasci segni sulla pelle
Malattie esantematiche del bambino: la varicella
Foto: © Pebo – Fotolia.com
Fonti: Istituto Superiore di Sanità; MedlinePlus