Un recente studio condotto dalla Nasa su un ampio campione di piloti e astronauti ha dimostrato che dormire circa 20-30 minuti dopo aver pranzato migliora non solo le prestazioni fisiche, ma anche la prontezza di riflessi. Fare abitualmente un riposino pomeridiano, inoltre, aumenta la capacità di memorizzare e rielaborare le informazioni apprese nel corso del periodo precedente.
Dormire un periodo di tempo limitato in una fascia d’orario compresa tra le 13 e le 15 aiuta ad abbassare naturalmente la concentrazione di cortisolo, ovvero l’ormone dello stress, apportando benefici al cuore, reintegrando energia e lucidità emotiva e riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
Una breve pennichella incide positivamente anche sulla fame nervosa. Uno studio condotto dall’University of Wisconsin Medical School, infatti, ha evidenziato l’esistenza di un legame diretto fra la durata del sonno e le variazioni degli ormoni metabolici che regolano il senso di sazietà.
E non è tutto: questa positiva abitudine quotidiana è un vero toccasana anche per il sistema immunitario che rischia di diventare meno reattivo qualora il riposo notturno sia insufficiente. Senza contare che il sonnellino pomeridiano migliora l’umore, purché non si ecceda con i tempi. Dormire troppo, infatti, è anch'esso controproducente perché rende più nervosi ed irritabili.
Quando si è eccessivamente stanchi, inoltre, diventa complesso svolgere le comuni attività quotidiane, come ad esempio lavorare o studiare. Un affaticamento importante, infatti, incide sulla qualità delle prestazioni, rendendole più lente e approssimative. Un pisolino, quindi, permette di alleviare la fatica e la stanchezza soprattutto dopo aver praticato un’intensa attività fisica. Mentre si dorme, infatti, aumenta il livello dell’ormone della crescita che permette ai muscoli e al tessuto connettivale di rigenerarsi naturalmente.
Il riposo, infine, aiuta anche il cervello a ordinare le informazioni ricevute nel tempo e favorisce la creatività, incrementando una spontanea attività del suo emisfero destro.