Nel 2016 il "male oscuro" ha colpito il seno e gli organi riproduttivi di oltre 65.000 donne. Ma i progressi della ricerca stanno aiutando le pazienti a sconfiggere il tumore e a tornare a una vita normale.
Nel 2016 il "male oscuro" ha colpito il seno e gli organi riproduttivi di oltre 65.000 donne. Ma i progressi della ricerca stanno aiutando le pazienti a sconfiggere il tumore e a tornare a una vita normale.Il cancro non fa distinzione di genere. In Italia nel 2016 sono stimate complessivamente più di 365.000 diagnosi di cancro nella popolazione: quello più frequente colpisce la zona colon-retto, con 52.000 casi stimati nell'ultimo anno (dati: Esmo.org). Tuttavia, mentre il tasso di mortalità legato ai tumori scende in tutto il mondo, secondo l'Airc solo nel 2016 sono oltre 65.000 le donne colpite da un tumore al seno o agli organi riproduttivi.
Ecco i dati che fotografano il terribile rapporto tra donne e tumore
Il cancro al seno è il più frequente, con circa 50.000 nuove diagnosi, ma è anche la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dal 78 all’85,5%. Un traguardo importante, ma su cui occorre lavorare ancora, specie sulla fase di prevenzione.
I tumori ginecologici interessano, invece, circa 15.000 pazienti. Ma mentre per endometrio e cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante arrivando rispettivamente al 77% e al 71%, resta ancora molto da fare per combattere il tumore all’ovaio, su cui si stanno concentrando gli sforzi di molti ricercatori. (*Dati AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2016).
Per questo sono importantissimi gli screening raccomandati e l'adozione di stili di vita corretti, che comportano l'evitare il fumo, la sedentarietà e il seguire un'alimentazione corretta. Solo questi fattori riducono fino al 70% l'insorgenza dei tumori.
Ma dopo il cancro, una donna si trova ad affrontare un'altra battaglia, quella con la sua femminilità. Airc ha investito con oltre 41 milioni di euro ben 391 progetti di ricerca sui tumori femminili. La tutela della fertilità nelle giovani donne dopo le cure è solo uno dei numerosi traguardi raggiunti, grazie al protocollo di Lucia Del Mastro, Direttore dell’Unità Sviluppo Terapie Innovative al San Martino-Istituto Tumori di Genova.
“Per una donna giovane ricevere una diagnosi di tumore è doppiamente angosciante, da un lato deve far fronte alla malattia, dall’altro vede all’improvviso cambiare il suo futuro perché le chemioterapie possono comprometterne la fertilità - spiega Del Mastro. - La sperimentazione che abbiamo condotto dimostra però che è possibile proteggere la funzione ovarica dagli effetti tossici della chemioterapia, somministrando alle pazienti alcuni farmaci che mettono le ovaie ‘a riposo’ durante i trattamenti, in modo che queste non vengano danneggiate".
"I risultati ci confermano che le donne curate con il nostro protocollo hanno maggiori probabilità di recuperare la normale funzionalità delle ovaie, il ritorno delle mestruazioni si è verificato infatti nel 72,6% dei casi contro il 64% di quelle trattate con la sola chemioterapia. Si tratta di un traguardo importante per garantire alle giovani guarite la possibilità di diventare madri – conclude Del Mastro – perché curare le persone con il cancro non vuol dire curare solo il cancro, ma anche dare a chi è guarito le stesse possibilità e la stessa progettualità di chi di cancro non si è mai ammalato”.
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