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Vacansia: quando non ci si rilassa neanche in vacanza

L'ansia da vacanza è più diffusa di quel che si potrebbe immaginare: imparare a gestirla per recuperare il significato più autentico di riposo, è una vera e propria rivoluzione personale e sociale

L'ansia da vacanza è più diffusa di quel che si potrebbe immaginare: imparare a gestirla per recuperare il significato più autentico di riposo, è una vera e propria rivoluzione personale e sociale

Andare in vacanza dovrebbe essere sinonimo di relax, svago e rigenerazione. Eppure, non sempre è così: capita a molte persone di non riuscire a staccare davvero la spina, di sentirsi ancora sotto pressione o addirittura più stressate di prima. Questo fenomeno viene chiamato vacansia, un termine che descrive la difficoltà di rilassarsi e godersi le ferie. Cerchiamo di analizzare meglio il fenomeno scoprendo nel dettaglio cos'è la vacansia, attraverso quali sintomi si manifesta e quali sono i modi per combatterla e tornare a godersi - finalmente - le tanto agognate ferie.

Vacansia: cos’è e cosa significa

Pariamo dal significato di vacansia. Questa parola nasce dalla fusione di “vacanza” e “ansia” e indica proprio lo stato di preoccupazione, agitazione o senso di colpa che alcune persone provano durante i giorni di ferie.

Chi ne soffre non riesce a lasciarsi andare al riposo o al relax, perché la mente continua a correre verso il lavoro, le mail, gli impegni lasciati in sospeso o le responsabilità quotidiane. Invece di essere un momento di pausa, la vacanza diventa quindi un periodo carico di forte tensione. Insomma, chi è vittima della vacansia non riesce totalmente a staccare la spina, vanificando così l'effetto benefico che le vacanze - solitamente - portano con sé.

Vacansia: i sintomi più comuni

La vacansia si manifesta con segnali riconoscibili, che variano da persona a persona ma hanno comunque un tratto comune: l’impossibilità di sentirsi davvero in vacanza. Chi ne soffre è incapace di staccare la spina e di lasciare che la mente si rilassi anche quando è lontana dalla routine e le incombenze quotidiana. I sintomi più frequenti della vacansia sono: 

  • Pensieri ricorrenti sul lavoro o sulle attività lasciate in sospeso: è impossibile staccare la spina e non di rado ci si ritrova a controllare mail e similari, anche quando non ce ne sarebbe bisogno
  • Senso di colpa per non essere produttivi: in una società incentrata sulla performance, non essere produttivi è spesso percepito come una colpa e come una perdita di tempo
  • Ansia anticipatoria per il ritorno alla routine: non è possibile godersi a fondo le ferie perché la mente è già al momento in cui si torna all'operatività quotidiana
  • Irritabilità e difficoltà a rilassarsi anche in contesti piacevoli: non si riesce a vivere il qui e ora, anche in situazioni che invitano a godersi il presente
  • Disturbi del sonno o agitazione notturna
  • Somatizzazioni fisiche, come mal di testa o tensioni muscolari

Le principali cause della vacansia

La nostra società, in particolare quella occidentale, ha interiorizzato un modello che idolatra l'impegno costante e la produttività ininterrotta. La cultura dell'"hustle culture", o "cultura della fatica", celebra chi lavora di più, chi è sempre connesso e chi non si ferma mai. Questo approccio ha alimentato un'ansia da prestazione che si estende ben oltre l'orario d'ufficio, arrivando a saturare il tempo libero e anche le vacanze. Di conseguenza, il riposo non è più un momento di svago fine a se stesso e, oltre a essere ostracizzato, può diventare parte di un ciclo di ottimizzazione personale.

Questo approccio, se da un lato genera ansia e frustrazione in chi si concede una vacanza, porta altri a concepire una vacanza come se fosse lavoro: l'idea di "staccare per ricaricarsi" sottintende che lo scopo ultimo del riposo sia quello di tornare più forti e preparati a riprendere la corsa. Ed ecco che si arriva a programmare ogni momento delle vacanze per "massimizzare" i suoi effetti, raccontandoli allo stesso tempo sui social media a testimonianza di essere stati "produttivi" anche quando si è lontani dalla routine quotidiana.

E infatti le ragioni per cui si sviluppa la vacansia sono legate soprattutto al nostro stile di vita e al rapporto con il lavoro:

  • Stress cronico: chi è abituato a vivere sotto pressione fatica a rallentare.
  • Dipendenza dalla produttività: l’idea di “non fare nulla” viene vissuta come una perdita di tempo.
  • Forte senso del dovere: lasciare incompiuti progetti o incarichi può generare ansia.
  • Perfezionismo: anche in vacanza si pretende di avere il “programma perfetto”, trasformando il relax in una lista di cose da fare.
  • Tecnologia e reperibilità costante: smartphone e email tengono il cervello sempre connesso al lavoro.

Vacansia: rimedi e consigli pratici

La vacansa porta con sé un paradosso, sia nei casi in cui la vacanza venga "massimizzata" per essere "produttiva", sia nei casi in cui - pur non avendo nulla in programma - non si riesca a rilassarsi completamente. Bisogna però capire che il riposo autentico non è un mezzo per un fine, ma un fine in sé. Non è un modo per tornare a lavorare meglio, ma un'opportunità per riconnettersi con sé stessi, con le persone care e con il mondo circostante, al di là di ogni logica di performance.

Liberarsi da questa mentalità della performance significa permettersi di non fare nulla, di esplorare senza meta, di godere di momenti non programmati. Significa accettare che la vacanza non debba essere per forza produttiva o "instagrammabile". Il vero beneficio del riposo si manifesta quando non è più un'esigenza legata al lavoro, ma una scelta libera e spontanea, un modo per onorare il nostro bisogno di stacco, senza sensi di colpa. E questa è una vera rivoluzione.

Per fortuna liberarsi della vacansia non è impossibile: con piccoli accorgimenti è possibile imparare a staccare e godersi davvero la vacanza. Ecco qualche utile consiglio

  1. Prepararsi al distacco: chiudere le attività in sospeso prima di partire e delegare eventuali compiti riduce la sensazione di “dover tornare subito”.
  2. Limitare la tecnologia: spegnere le notifiche, evitare di controllare costantemente email e chat di lavoro è fondamentale per disconnettere la mente. Il digital detox non fa mai male.
  3. Accettare il “dolce far niente”: imparare che non è necessario essere produttivi in ogni momento. Il riposo è un bisogno fisiologico, non un lusso.
  4. Creare routine di relax: piccole abitudini quotidiane, come passeggiate, lettura o meditazione, aiutano a ritrovare calma e piacere nel tempo libero.
  5. Concedersi vacanze su misura: non tutti si rilassano allo stesso modo: c’è chi ama la natura, chi preferisce città d’arte e chi ha bisogno del mare. Scegliere la vacanza che più rispecchia i propri bisogni è fondamentale.

La vacansia è un fenomeno sempre più diffuso, legato a ritmi di vita frenetici e a un rapporto sbilanciato con il lavoro. Riconoscerla è il primo passo per imparare a gestirla: è bene ricordare che una vacanza deve essere un diritto al benessere, non un altro compito da portare a termine. 

Foto di apertura: yanalya su Freepik