Restare a letto tutto il giorno può diventare un'ossessione capace di compromettere le relazioni sociali e il benessere psicofisico. In questo caso si parla di clinomania.
Restare a letto tutto il giorno può diventare un'ossessione capace di compromettere le relazioni sociali e il benessere psicofisico. In questo caso si parla di clinomania.In inverno, quando fuori è buio e fa freddo, restare a crogiolarsi sotto al piumone è uno dei piccoli piaceri della vita. O anche in primavera o estate, cullati dalla brezza mattutina che ci accarezza dalla finestra aperta. Quando non ci si riesce più a limitare ai canonici “cinque minuti” ma il letto diventa un rifugio da non lasciare mai, però, significa che forse c’è qualcosa che non va. In questi casi si parla di clinomania.
Cosa significa clinomania
Come spesso accade, questa parola deriva dal greco antico, visto che klìne significa “letto” e maìnomai “essere pazzo, smaniare”. Da qui il significato di clinomania: una voglia di stare a letto talmente forte da diventare un’ossessione capace di compromettere le normali attività della vita quotidiana. Tecnicamente si parla di clinomania quando la persona non vuole mai uscire dal letto e di disania quando fa fatica soprattutto ad alzarsi al mattino; non è raro però che questi termini siano usati come sinonimi. Questa “sindrome del dormiglione” non è una vera e propria malattia codificata dalla scienza ma non per questo va sottovalutata, anche perché può essere spia di un disagio più profondo.
I sintomi
Non c’è motivo di allarmarsi se, durante un periodo di “fiacca” o anche solo per banale pigrizia, si fa un po’ di fatica ad alzarsi dal letto al mattino. Si parla di clinomania quando una persona si ostina a rimanere a letto tutto il giorno, perché la sola idea di affrontare il mondo esterno incute un senso di ansia impossibile da tenere a freno. Anche quando si fa coraggio ed esce dalla sua stanza, il paziente continua incessantemente a pensarci e non si sente davvero tranquillo fino a quando non può tornare sotto le sue amate coperte. Voglia di dormire sempre, stanchezza cronica, sono le parole chiave che identificano questa sindrome.
Come capire se si ha un problema
Una fase di stanchezza e scoramento capita a tutti, soprattutto in corrispondenza con momenti critici della vita come un lutto, una separazione, la perdita del lavoro. Sentirsi prendere dallo sconforto è umano. Ritagliarsi il proprio tempo per recuperare, anche a costo di rinchiudersi in casa rimanere a letto tutto il giorno, talvolta è necessario. Bisogna però iniziare a reagire quando la clinomania non è più un fenomeno passeggero ma diventa la normalità. Di per sé infatti non è una malattia, ma i suoi sintomi sono sovrapponibili a quelli di due disturbi molto seri: la depressione e la sindrome da fatica cronica.
Quando rivolgersi a uno specialista
Quando la voglia di stare a letto o di andare a dormire arriva a stravolgere i ritmi quotidiani, tanto da indurre a saltare giornate di lavoro e ignorare le telefonate di amici e parenti, è il caso di correre ai ripari. Una chiacchierata sincera con il medico di base aiuterà a chiarire la situazione, eseguire gli esami necessari a escludere altre patologie e, se necessario, avviare un percorso di psicoterapia (eventualmente supportato da farmaci specifici) per curare questa sindrome ostruttiva del sonno.
Le conseguenze del disturbo
Siamo abituati a pensare che i problemi di salute si vedano a occhio nudo o quasi. La clinomania non porta con sé febbre né rash cutanei, non si diagnostica con un tampone e, formalmente, non è nemmeno una malattia nel vero senso della parola. Ciò non toglie che possa comunque avere delle conseguenze, nel breve e nel lungo termine. Conseguenze fisiche, perché la mancata esposizione alla luce solare inibisce la produzione di vitamina D (preziosa per la salute delle ossa) e guasta i ritmi circadiani. E conseguenze psicologiche, perché scompaginare il ciclo sonno-veglia e privarsi delle relazioni sociali espone al rischio di ansia, disturbi del sonno e depressione.
Clinomania o depressione?
Chi dorme molto è depresso. Non è da escludere. I disturbi del sonno, la letargia e l’apatia sono alcuni dei principali campanelli d’allarme della depressione. E la depressione – vale sempre la pena di sottolinearlo – non è una banale tristezza, bensì una patologia psichiatrica riconosciuta ed estremamente diffusa, che si manifesta con sintomi fisici e psichici che possono rivelarsi addirittura invalidanti. Ciò non significa che chiunque abbia voglia di restare a letto durante il giorno sia automaticamente depresso, sia chiaro; ma che questa condizione dev’essere indagata con la massima cautela.
Clinomania: come si cura
La buona notizia è che, con il giusto approccio e il supporto di persone competenti, anche la clinomania si può curare. I possibili rimedi per combattere la clinomania si dividono in tre categorie: non ne esiste una che sia a priori migliore o peggiore delle altre, perché dipende dalla situazione e dalle cause.
Psicoterapia
Nulla accade per caso, nemmeno la disania. Focalizzarsi sui sintomi può dare una prima risposta, ma è una risposta inevitabilmente parziale se non si comprendono le cause profonde dietro a questo disagio. Un percorso di psicoterapia aiuta proprio a indagare queste cause: richiede tempo e dedizione, ma è un investimento destinato a dare i suoi frutti.
Farmaci
In caso lo specialista diagnostichi un disturbo preciso, esistono dei farmaci (ad esempio gli antidepressivi) che possono aiutare. L’importante è non ricorrere mai al fai da te!
Rimedi naturali
Per riconquistare i normali ritmi sonno-veglia è bene sforzarsi di avere orari regolari, evitando di restare a letto fino a mattina inoltrata e calibrandosi sulle 7-8 ore di sonno giornaliere. Una buona strategia è quella di coricarsi sempre alla stessa ora, spegnendo smartphone e tablet almeno un paio d’ore prima e rilassandosi mediante esercizi di mindfulness e meditazione. Anche le tisane possono aiutare, così come gli integratori, che vanno però sempre prescritti da uno specialista.
Foto apertura: silverkblack / 123rf.com