Ci hanno insegnato che dire di no “non sta bene”, è maleducazione. In realtà, in certi casi è un gesto di rispetto per noi stessi e di stima per il nostro interlocutore. Scopriamo insieme come liberarci dalle nostre paure e scegliere le frasi giuste per dire di no.
Ci hanno insegnato che dire di no “non sta bene”, è maleducazione. In realtà, in certi casi è un gesto di rispetto per noi stessi e di stima per il nostro interlocutore. Scopriamo insieme come liberarci dalle nostre paure e scegliere le frasi giuste per dire di no.Perché ti stai sobbarcando anche il carico di lavoro che spetterebbe al tuo collega dichiaratamente fannullone? Perché stai trascorrendo il weekend tanto atteso a una noiosissima cerimonia di un lontano parente, invece di goderti la compagnia delle amiche? Semplice: non hai saputo dire di no.
Questi esempi sono volutamente banali, ma là fuori è pieno di persone che, senza rendersene conto, hanno improntato le loro scelte di vita sul tentativo di compiacere gli altri, più che sulle loro reali aspirazioni. Magari hanno lasciato la loro città, hanno accettato un lavoro, o hanno addirittura messo in cantiere un figlio. Ma perché è così difficile esprimere con sincerità il proprio pensiero? C’è un modo per imparare a dire di no senza sentirsi in colpa?
La nostra più grande paura: restare soli
Magari non ci si riflette spesso, ma dietro ai “sì, va bene” pronunciati quasi in automatico si cela una paura profonda e innata: quella di restare soli. Declinare una richiesta significa, in un modo o nell’altro, deludere l’interlocutore. E questo fa paura, perché l’uomo è un animale sociale che vive di relazioni – più o meno profonde – con gli altri. Quindi ci si abitua ad annuire di default, mettendo in secondo piano la propria volontà autentica.
Ma chi l’ha detto che amare significhi compiacere? Se la persona con cui stai parlando ti conosce davvero, capirà anche che hai preferenze, inclinazioni e priorità che non sempre si sposano con le sue. Se quella persona ci tiene davvero a te, vuole che tu ti senta felice e a tuo agio. Anche se questo significa dire di no.
Dire di no non è maleducazione, basta farlo nel modo giusto
Tutto in fondo nasce da una distorsione che ci si porta dietro fin dall’infanzia. “Finisci tutto quello che hai nel piatto anche se non hai più fame”. “Non fare il timido, abbraccia lo zio, altrimenti ci resta male!”. Sembreranno piccolezze, ma tutti questi segnali cementano nella mente una convinzione: declinare un invito è da maleducati.
Arrivati all’età adulta, si possiedono tutti gli strumenti per comunicare il proprio pensiero in modo fermo ma, al tempo stesso, empatico e rispettoso. Se si scelgono le giuste frasi per dire no, spiegando il perché, gli altri capiranno.
La via d’uscita si chiama comunicazione assertiva
La parola d’ordine si chiama assertività. Con questo termine si indica la capacità di esprimere i propri sentimenti e le proprie opinioni in modo sereno, anche quando si è in disaccordo con gli altri, consapevoli del fatto che la diversità fa parte della vita e non va intesa a priori come scontro. Per scendere più nello specifico, sono stati individuati i cinque livelli dell’assertività:
- Essere consapevoli delle proprie emozioni.
- Comunicare queste emozioni, anche quando sono negative, sapendo gestire eventuali critiche e conflitti.
- Essere consapevoli dei propri diritti e avere rispetto per sé e per gli altri.
- Avere stima di sé stessi e degli altri e valorizzare la comunicazione in senso funzionale e costruttivo.
- Avere fiducia in sé stessi, sentirsi sicuri delle proprie capacità e maturare così la capacità di auto-realizzazione.
Foto apertura: Phonlawat Chaicheevinlikit / 123rf.com