Il mistero insondabile del "passaggio" attraverso l'ultima canzone di Franco Battiato.
Il mistero insondabile del "passaggio" attraverso l'ultima canzone di Franco Battiato.E’ già trascorso un anno dalla morte di Franco Battiato. Il 18 maggio 2021 ci ha lasciati uno dei più grandi cantautori italiani, ma in questo periodo la sua presenza non è mai stata così forte e sentita: le sue canzoni, infatti, in quest’anno di sua assenza fisica, ci hanno accompagnato come non mai. La sua voce non ha mai smesso di cantare, i suoi messaggi di vita sono divenuti più potenti, la percezione della sua spiritualità e della sua profonda fiducia nella vita ha continuato a nutrire la nostra interiorità. E’ proprio vero quando si dice che l’assenza, il vuoto lasciato e il silenzio permettono la vera connessione con noi stessi e, di conseguenza, con i grandi misteri dell’esistenza.
Per ricordare il grande maestro che è stato e per celebrare il primo anniversario della sua morte, abbiamo pensato di soffermarci sul meraviglioso significato della sua ultima canzone intitolata “Torneremo ancora”, un vero e proprio testamento musicale e spirituale.
“Torneremo ancora”, l’ultimo saluto di Franco Battiato
La canzone è racchiusa nell’album omonimo “Torneremo ancora” uscito il 18 ottobre 2019 ed è stata scritta insieme a Juri Camisasca, collaboratore storico di Battiato e amico fin dagli anni settanta.
Ascoltare questo singolo è un’esperienza molto profonda, soprattutto dopo la morte del cantautore. La melodia iniziale sembra condurci verso uno stato meditativo, per poi condurci pronti e attenti ad accogliere le sue potenti parole.
Torneremo ancora
Un suono discende da molto lontano
Assenza di tempo e di spazio
Nulla si crea, tutto si trasforma
La luce sta nell'essere luminosi
Irraggia il cosmo intero
Cittadini del mondo
Cercano una terra senza confine
La vita non finisce
È come il sogno
La nascita è come il risveglio
Finché non saremo liberi
Torneremo ancora
Ancora e ancora
Lo sai
Che il sogno è realtà
E un mondo inviolato
Ci aspetta da sempre
I migranti di Ganden
In corpi di luce
Su pianeti invisibili
Molte sono le vie
Ma una sola
Quella che conduce alla verità
Finché non saremo liberi
Torneremo ancora
Ancora e ancora
--------
Il titolo è già di per sé un capolavoro: “torneremo ancora” è un seme di speranza che porta a credere di poterci rivedere ancora, ma è anche un metterci in guarda riguardo a ciò che scegliamo e che compiamo ogni giorno della nostra vita. Se continueremo ad errare, torneremo ancora.
I “cittadini del mondo”, gli uomini giunti su questa Terra, si addormenteranno prima o poi come in un sonno, per risvegliarsi in un altro mondo senza tempo spazio. Con al morte “la vita non finisce”, ma inizia in un altro modo. Siamo come “migranti di Ganden”, pellegrini di questa vita che si spostano nel mondo per trasformare visuali, pensieri, idee e sensazioni alla ricerca della via per la verità.
Una vera e propria poesia che parla alla nostra interiorità e ci permette di ritornare al centro di noi stessi, lontani da distrazioni e preoccupazioni. Un invito ad avere sempre ben presente lo scopo della vita che è quello della libertà interiore.
A tal proposito Battiato dichiarò riguardo a questo suo ultimo lavoro : “Tutti noi siamo esseri spirituali. Siamo in cammino verso la liberazione. Fino a quando non saremo liberi, torneremo ancora, più volte, a questa vita terrena. L’esistenza è ciclica e si ripete fino a quando l’anima non sarà del tutto libera dalle emozioni perturbatrici dell’ego che la tiene avvinta. Siamo esseri schiavi delle nostre emozioni, che ci dominano. La liberazione, invece, non può avere legami.”
Il brano si rifà al pensiero del buddismo tibetano che considera la morte un passaggio naturale della vita. Per i buddisti la morte permette una trasformazione in un mondo invisibile che ci prepara per la successiva rinascita. E continueremo ad andare di vita in vita “finché non saremo liberi”.
Battiato, con queste sue ultime parole al mondo, si rende mediatore tra il mondo terreno e quello celeste, ci lascia un indizio fondamentale per ripensare alla nostra vita e alla nostra morte, ci chiede di mutare il nostro pensiero riguardo alle preoccupazioni, alla paura, alle relazioni. Ci obbliga ad aprire bene gli occhi per poter finalmente far parlare il nostro cuore: si trova solo lì la chiave per spalancare la porta della verità.
Grazie Maestro per averci dato, con la sua morte, l’ultima fondamentale lezione di vita!