7 italiani su 10 sono disinformati sul tema di disturbi alimentari. Ecco cosa dobbiamo sapere a riguardo.
7 italiani su 10 sono disinformati sul tema di disturbi alimentari. Ecco cosa dobbiamo sapere a riguardo.I disturbi alimentari sono frequenti anche in Italia: sono infatti circa 3 milioni gli italiani che, ogni anno, si ritrovano alle prese con un disturbo del comportamento alimentare. Nella maggior dei casi le vittime sono adolescenti. Purtroppo, però, i loro genitori non riescono a riconoscere il problema.
A svelarlo è un'indagine condotta da Nutrimente Onlus, associazione che si dedica alla prevenzione e alla conoscenza di questi problemi, secondo cui 7 italiani su 10 non conoscono i rischi dei disturbi alimentari e non sanno come affrontarli.
In generale, i genitori non riescono a distinguere le problematiche di carattere alimentare da quelle più strettamente psicologiche e, di conseguenza, non sanno a chi rivolgersi per affrontarle. Eppure riuscire a farlo è fondamentale per riuscire ad aiutare al meglio i propri figli, che ad oggi possono ritrovarsi ad affrontare problemi come l'anoressia anche alla tenera età di 10-11 anni.
L'indagine ha svelato anche i comportamenti a rischio più diffusi fra i genitori italiani:
- farsi opprimere dalle difficoltà personali facendo sentire ai figli che i loro problemi sono in secondo piano;
- aumentare le difficoltà del figlio affetto da disturbi alimentari mettendolo a confronto con altre persone o con i fratelli;
- dare troppo peso all'aspetto fisico, mettendo così il figlio a disagio.
Quali sono, invece, i comportamenti più adatti da adottare? Ecco 5 consigli che aiutano ad affrontare questi problemi.
- Essere un esempio di rispetto nei propri confronti. Nel caso dei genitori, il primo modello per i figli è particolarmente importante: sono fonte di ispirazione sia per l'alimentazione sia per l'attività fisica, lo stile di vita e l'accettazione di se stessi.
- Comunicare. Nel caso dei genitori non è necessario diventare i migliori amici dei propri figli, ma è importante creare un clima di ascolto in cui i ragazzi avvertano l'apertura ad accogliere i loro disagi e la possibilità di essere accettati come persone.
- Fare attenzione ai campanelli di allarme. Eventuali cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita non devono essere sottovalutati.
- Non porre troppa attenzione al proprio aspetto fisico. Meglio evitare i commenti dispregiativi nei propri confronti o in quelli di altre persone, passare troppo tempo davanti allo specchio o salire continuamente sulla bilancia. Anche i commenti negativi sul cibo dovrebbero essere limitati.
- Chiedere aiuto. E' fondamentale rivolgersi a uno specialista anche se il ragazzo non sembra disposto a farlo.
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