La giornalista Valentina Tomirotti è stata vittima di cyberbullismo dopo la pubblicazione delle foto del progetto Boudoir Disability.
La giornalista Valentina Tomirotti è stata vittima di cyberbullismo dopo la pubblicazione delle foto del progetto Boudoir Disability.Il bullismo e il cyberbullismo spesso nascono dalla discriminazione nei confronti di chi è diverso - per orientamento sessuale, per interessi, per condizioni fisiche. Valentina Tomirotti ha 34 anni e vive a Mantova. È affetta da displasia diastrofica, una rara malattia genetica caratterizzata da un difetto dell'accrescimento della cartilagine. È in carrozzina dalla nascita, ma questo non le ha impedito di diventare giornalista e di vincere, fra le altre cose, il premio Female Advertising Award per il progetto Boudoir Disability.
In questo progetto fotografico Valentina ha indossato lingerie sensuale e ha raccontato cosa significa essere donna, amarsi sempre e comunque. Eppure, proprio a causa di questo set di fotografie scattate da Micaela Zuliani, fotografa di Portrait de Femme, ha subito atti di bullismo. "Non ho mai dovuto affrontare il problema da bambina. Quando sono uscite le foto invece, ho ricevuto commenti davvero brutti", racconta Valentina, autrice tra le altre cose del blog Pepitosa.
“Si pensa che il bullismo sia un problema legato solo all'adolescenza, ma non è così, soprattutto quando si parla di cyberbullismo”.
"Non è ovvio che la gente capisca sempre cosa si vuole comunicare e sapevo che, essendo stata la prima in Italia, non sarebbe stato tutto così facile", ricorda Valentina. "Mi hanno detto che con quelle foto non rispettavo la disabilità, che dovevo vergognarmi. Che ero un fenomeno da circo. La cosa peggiore è che questi commenti venivano dalle donne".
"Il cyberbullismo è peggio del bullismo normale", riflette Valentina "perché nel mondo reale sai con chi hai a che fare. In rete, invece, dietro un nome può nascondersi chiunque". La reazione di Valentina al cyberbullismo? "Per la prima volta in vita mia non ho reagito e secondo me hanno avuto quello che volevano: che smettessi di parlare dell'argomento".
La ricetta di Valentina contro il bullismo è semplice: bisogna accettarsi. Il primo aiuto verso questo traguardo l'ha avuto dalla famiglia. "La famiglia è il primo filtro tra la persona e il mondo esterno. Fare rete è indispensabile per uscire dal bullismo". Inoltre, secondo Valentina, si è smarrito anche il senso del ruolo educativo della famiglia: "Vedo molta accondiscendenza. Forse un modello familiare che aiuti a comprendere l'importanza dell'educazione e del rispetto sarebbe più utile".
A chi è vittima di bullismo, Valentina dice: "Per salvarsi da questa spirale, non bisogna pensare di essere sbagliato". A chi è bullo, invece, ed esprime il suo bisogno di attenzione in atteggiamenti violenti, raccomanda: "Prima di tutto il bullo è vittima di se stesso. È più una richiesta di attenzione, che altro. Per questo bisognerebbe sempre ricordarsi una frase banale, ma molto utile: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te".