Federica Federico, ginecologa al Centro Diagnostico Italiano, fa chiarezza su una patologia che colpisce dal 2 al 5 per cento delle donne in dolce attesa.
Federica Federico, ginecologa al Centro Diagnostico Italiano, fa chiarezza su una patologia che colpisce dal 2 al 5 per cento delle donne in dolce attesa.Durante la gravidanza gli esami da fare e le cose a cui prestare attenzione sono moltissime. Sembra di non essere mai informate a sufficienza e di aver bisogno di continui confronti con i ginecologi. Tra le patologie più subdole che possono colpire le donne incinte c'è la preeclampsia. Ci spiega come diagnosticarla e curarla la dottoressa Federica Federico, ginecologa al Centro Diagnostico Italiano.
Che cos'è la preeclampsia
La preeclampsia è una sindrome multisistemica che si sviluppa nella seconda metà della gravidanza e coinvolge circa il 2-5% delle pazienti in gravidanza.
Preeclampsia: i sintomi
La preeclampsia è caratterizzata da valori di pressione arteriosa maggiori di 140/90 in due o più misurazioni a distanza di 4 ore; proteinuria, vale a dire presenza di proteine in quantità maggiore di 300 mg nella raccolta delle urine delle ultime 24 ore; insufficienza multiorgano con danni renali, epatici, neurologici ed alterazioni ematiche.
I rischi legati alla preeclampsia
La preeclampsia è una delle principali cause di mortalità materna e perinatale. Sono più di 50.000 le morti materne che in un anno sono attribuite alla preeclampsia. La patologia è associata ad una riduzione della perfusione placentare con conseguente riduzione della crescita fetale e ridotta ossigenazione del bambino. Queste condizioni possono causare la morte endouterina. Molte donne affette da questa patologia vanno incontro ad un parto prematuro, esponendo il feto ai rischi dovuti alla nascita anticipata.
Preeclampia: come diagnosticarla
Foto: tashatuvango -123rf.com
La diagnosi di preeclampsia parte tutta dalla misurazione della pressione. I valori maggio di 140/90 devono alzare il livello dell'attenzione sulle condizioni di salute della gestante. Spesso la paziente può accusare cefalea ed eccessiva ritenzione idrica e quindi procedere ad una prima valutazione della pressione arteriosa, oppure possono già essere evidenti delle alterazioni negli esami del sangue di routine.
Quando e quali test eseguire
Il test messo a punto dalla Fetal Medicine Foundation, disponibile presso il Centro Diagnostico Italiano, è un esame di tipo statistico non invasivo, effettuato in due distinte giornate tra la undicesima e la quattordicesima settimana. Il primo incontro è dedicato alla consulenza e al prelievo ematico per la valutazione di una proteina prodotta dalla placenta, che si chiama PlGF. Il suo valore si correla molto bene con il rischio di insorgenza della patologia. Il secondo incontro prevede 2 misurazioni della pressione arteriosa da entrambe le braccia, la valutazione ecografica dei flussi delle a uterine e la raccolta dei dati anamnestici della paziente (età, etnia, peso, altezza, modalità del concepimento, presenza di altre patologie) e il calcolo del rischio mediante il programma della Fetal Medicine Foundation.
Preeclampsia: le cure
Una volta ottenuto il calcolo personalizzato per il rischio della preeclampsia, sarà possibile mettere in atto, se necessario delle misure profilattiche. La prima è una terapia a base della classica aspirinetta, con Acido acetilsalicilico 100 mg fino alla 36 settimane. Questo farmaco ha lo scopo di migliorare la perfusione placentare e quindi l'outcome neonatale e materno. Poi si consiglia di impostare un cambio dello stile di vita, con controllo del peso e incremento dell'attività fisica. Infine, ci può essere l'eventuale invio presso centri di II Livello a secondo del caso in esame.