In Italia circa il 50% della popolazione è in sovrappeso e una persona ogni 10 minuti muore per cause collegate all'obesità.
In Italia circa il 50% della popolazione è in sovrappeso e una persona ogni 10 minuti muore per cause collegate all'obesità.Nel mondo le persone adute sovrappeso sono 1,5 miliardi: 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne. Si calcola che entro il 2020 circa 2,5 miliardi di adulti saranno in sovrappeso e 700 milioni obesi. In Italia le cifre sono più contenute, ma comunque allarmanti: 57 mila persone ogni anno muoiono per cause attribuibili all'obesità. Mille a settimana, 150 al giorno, una ogni 10 minuti.
Ma cos'è l'obesità e, soprattutto, si può curare?
L’obesità è una malattia che comincia quasi sempre a causa di uno squilibrio tra quanto mangiamo e quanto bruciamo, con conseguente accumulo dell’eccesso di calorie sotto forma di trigliceridi che diventano adipe e si depositano anche nel fegato o nel muscolo scheletrico.
La differenza tra obesità e sovrappeso si determina calcolando il rapportro tra peso in chili e altezza in metri al quadrato. Si avrà così l'Indice di Massa Corporea. I soggetti con IMC superiore a 25 fino a 30 sono sovrappeso. Chi ha un IMC superiore a 30, è obeso.
L'obesità non è solo il frutto di un'iperalimentazione legata a stili di vita sedentari. A volte anche le mutazioni genetiche possono essere responsabili dell'alterato controllo dell'appetito e del funzionamento del metabolismo, che ha il compito di bruciare le calorie. Anche alcuni farmaci possono contribuire allo sviluppo dell'obesità.
La comunità scientifica riconosce l’obesità come malattia poiché sono presenti tre aspetti: danno organico, sofferenza psicologica, difficoltà nelle relazioni sociali. L'obesità aumenta il rischio di contrarre patologie mortali.
Chi è obeso, è più soggetto al diabete di tipo 2, pressione arteriosa alta, sindrome metabolica, epatopatie (steatosi, cirrosi), alcune forme di tumore (come quelli a carico di colon-retto, utero, mammella, ovaio, prostata), aumento dei livelli alti di colesterolo e di trigliceridi nel sangue (ipercolesterolemie, ipertrigliceridemie, dislipidemie), apnea da sonno. Inoltre, il cuore viene messo sotto stress a causa di un lavoro maggiore del corpo, con conseguente rischio di scompenso cardiaco, ipertensione, infarto e ictus.
Nelle donne l'obesità aumenta il rischio di affrontare la sindrome dell’ovaio policistico della donna, complicazioni durante la gravidanza, con un maggiore rischio di aborto spontaneo.
L'Italia detiene un record negativo in fatto di obesità. Infatti, il nostro Paese è ai primi posti della classifica europea riguardo al sovrappeso dei minori. Quasi il 21% dei bambini soffrono di chili di troppo, mentre gli obesi sono il 9,8%.
Diversi studi stimano che i costi diretti legati all’obesità rappresentino circa il 2-8% del totale dei costi sanitari a livello mondiale. In Italia, grazie ad uno studio del progetto SiSSI, si calcola che l’obesità sia responsabile del 4% della spesa sanitaria nazionale per un totale di circa 4,5 miliardi di euro nel 2012.
La medicina offre diverse soluzioni, preventive e curative. Da una parte c'è la nutrizione: è bene adottare un regime ipocalorico, da associare a un programma di attività fisica. Poi c'è l'approccio farmacologico che rende più semplice perdere peso, ma che non va considerato come una soluzione magica, da adottare in modo continuativo. Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale aiuta a modificare a lungo termine gli stili di vita e aiuta a perdere peso.
Infine c'è l'approccio chirurgico. La chirurgia bariatrica (branca che si occupa del trattamento chirurgico dei pazienti affetti da obesità) si è rivelata più efficace della terapia conservativa (dieta e attività fisica), portando a un calo di peso mantenuto nel tempo. Inoltre, nei pazienti trattati è stato riscontrata una diminuzione dell'incidenza del diabete, degli infarti acuti del miocardio, degli ictus, degli eventi cardiovascolari e delle arteriopatie periferiche.