Quando sottoporsi al test HIV? Scopri perché farlo, quando e come!
Quando sottoporsi al test HIV? Scopri perché farlo, quando e come!Sottoporsi al test HIV è l'unico modo per scoprire se si è stati infettati dal virus dell'immunodeficienza umana.
Dopo l'infezione da HIV è possibile vivere in assenza di sintomi anche per anni
Nel frattempo, il virus può compromettere fortemente le difese immunitarie, favorendo la comparsa di gravi malattie, tumori inclusi.
Scoprire il contagio permette invece di assumere farmaci che consentono di vivere meglio e con un'aspettativa di vita analoga a quella di una persona negativa all'HIV.
Per questo il test è sempre consigliato in caso di comportamenti a rischio, come rapporti sessuali non protetti – sia eterosessuali che omosessuali – e scambi di aghi o siringhe utilizzati per trasfusioni, iniezioni o tatuaggi.
Inoltre, durante la gravidanza, il parto o l'allattamento una madre sieropositiva può trasmettere l'HIV al suo bambino. Ecco perché tutte le coppie che desiderano un bambino dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di sottoporsi al test HIV.
In caso di possibile trasmissione da madre a figlio il bambino deve essere sottoposto a controlli ripetuti nei primi 6 mesi di vita.
In caso, invece, di comportamenti a rischio è bene sottoporsi all'analisi 1-3 mesi dopo la possibile esposizione al virus. Infatti il test si basa sulla rilevazione degli anticorpi prodotti contro l'HIV, e questi richiedono del tempo prima di comparire.
Nel cosiddetto “periodo finestra”, che può durare da poche settimane a 3 mesi, il test potrebbe risultare negativo anche in caso di infezione
La procedura è semplice: basta sottoporsi ad un prelievo di sangue.
Nelle strutture pubbliche è gratuito, e in genere per farlo non serve la ricetta medica.
In alcuni centri diagnostici è del tutto anonimo, mentre in altri è strettamente confidenziale. In ogni caso, il risultato può essere comunicato solo al paziente.
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Fonti: Epicentro; Ministero della Salute