Sembra difficile ma liberarsi dall’ossessione per il cibo è possibile. Ecco come
Sembra difficile ma liberarsi dall’ossessione per il cibo è possibile. Ecco comeUn attacco di fame può capitare a chiunque. Alcune persone, però, soffrono più di altre di una sorta di atteggiamento compulsivo nei confronti del cibo. Ciò che succede in questi casi è che il cibo viene usato per colmare vuoti psicologici, noia, stress, ansia, delusioni e depressione.
Mangiare continuamente e senza fare caso a ciò che si mette in bocca non fa solo ingrassare, ma peggiora anche la qualità della vita
Chi è depresso, annoiato o deluso, mangia perché pensa che lo aiuti ad alleggerire il suo disagio. In realtà, anche se in un primo momento ci si può sentire confortati da un'abbuffata, il pentimento è spesso dietro l'angolo insieme ai sensi di colpa.
Oggi le tentazioni e i messaggi sbagliati arrivano non solo dai supermercati, dove è esposta una sovrabbondanza di cibi spesso inutili o addirittura dannosi dal punto di vista nutrizionale (come snack e cibi grassi), ma anche dalla pubblicità che può indurre in comportamenti sbagliati come mangiare davanti alla tv, considerare il cibo al pari o meglio di un amico o un fidanzato e usare il cibo come una vera e propria compensazione a stanchezza, delusioni e altro.
Tutto ciò può indurre le persone più fragili a considerare il cibo come un’ancora di salvezza e ad adottare comportamenti errati e poco salutari.
Ma come fare per uscire dall’ossessione del cibo o quantomeno limitarne i danni?
Prima di tutto, quando si è tentati a concedersi dei fuori pasto sarebbe meglio scegliere cibi salutari, come frutta o verdure crudi anziché snack grassi o ipercalorico come merendine industriali, salatini o patatine.
Un secondo passo è chiedersi se si abbia veramente fame. Forse potrebbe bastare temporeggiare, concentrandosi su qualcos'altro, per evitare di ingerire calorie inutili e associate a nutrienti poco sani.
Se ci si sente delusi o arrabbiati si può cercare il conforto di un'amica, ascoltare musica o affrontare la persona che ci ha deluso piuttosto che affogare la propria rabbia nel cibo.
Bisognerebbe cercare di osservarsi dall'esterno, in modo distaccato e razionale: perché ci alziamo dal divano dopo cena per prendere altro cibo? Perché torniamo dal lavoro o dalla spesa e ingoiamo qualsiasi cosa ci capiti tra le mani? E cosa dire dei nostri figli, se ne abbiamo, che ci guardano? Che esempio ne avranno?
Riflettere prima di tutto su questi comportamenti può essere di grande aiuto.