Qual è la causa che scatena la sensibilità al glutine non celiaca? Scopri cosa dice la scienza!
Qual è la causa che scatena la sensibilità al glutine non celiaca? Scopri cosa dice la scienza!La sensibilità al glutine non celiaca è una forma di intolleranza alle proteine del frumento distinta dalla celiachia.
La celiachia è una malattia a base autoimmune in cui l'organismo produce anticorpi che attaccano la parete dell'intestino, distruggendola
Non tutte le persone che lamentano problemi associati all'assunzione di glutine hanno però a che fare con questo fenomeno. Per questo motivo sta sempre più prendendo forma la definizione di sensibilità al glutine non celiaca.
Non manca, però, chi solleva dubbi sulla reale esistenza di questa patologia. Uno studio condotto al Medical Center della Columbia University di New York in collaborazione con l'Università di Bologna sembra però eliminare ogni incertezza, identificando una possibile causa di questa intolleranza.
Pubblicato sulla rivista Gut, questo studio ha infatti rilevato un indebolimento della barriera intestinale proprio negli individui colpiti dai sintomi della sensibilità al glutine non celiaca.
Tale indebolimento porterebbe a una risposta infiammatoria generalizzata, che, a sua volta, sarebbe responsabile della sintomatologia con cui hanno a che fare queste persone.
Gli autori dello studio hanno scoperto anche che in caso di sensibilità al glutine non celiaca non sono presenti le cellule T citotossiche rilevabili nei pazienti con celiachia.
La loro ipotesi conclusiva è che l'indebolimento della barriera intestinale porti a un aumento del passaggio di componenti microbiche e alimentari dall'intestino al sangue, e che ciò porti all'attivazione sistemica del sistema immunitario.
“Il nostro studio dimostra che i sintomi descritti dalle persone che soffrono di questa condizione non sono immaginari, come qualcuno ha ipotizzato”, commenta Peter Green, coautore della ricerca. “Dimostra che c'è una base biologica per questi sintomi in un numero significativo di pazienti”.
“In futuro potremmo riuscire ad utilizzare una combinazione di biomarcatori per identificare i pazienti con sensibilità al grano non celiaca e monitorare la loro risposta ai trattamenti”, aggiunge Armin Alaedini, responsabile dello studio.
“Questi risultati”, conclude Umberto Volta, docente di Medicina Interna all'Università di Bologna e coautore della scoperta, “avranno probabilmente importanti implicazioni nel campo della diagnosi e dei trattamenti. Considerato il numero elevato di persone colpite dalla condizione e il significativo impatto negativo sulla salute dei pazienti, questa è un'importante area di ricerca che merita molte più attenzioni e finanziamenti”.
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Fonte: Columbia University Medical Center