Ciao Maya,
mi chiamo Chiara, ho 26 anni e ti scrivo perché ho bisogno di condividere il modo in cui mi sento. Ho provato a parlarne con le mie amiche, ma nessuno mi capisce.
Mi hanno spezzato il cuore due volte nel corso degli anni. La prima volta credevo che non sarebbe mai più guarito e invece poi ho conosciuto una persona con la quale sono stata benissimo per un po’ di anni. Fino a quando non ho scoperto che stava contemporaneamente con me… e un’altra ragazza. E mi sono ritrovata di nuovo con il cuore dolorante.
Adesso, è passato un po’ di tempo e ho conosciuto un nuovo ragazzo. Credevo di stare bene, di essere guarita ancora una volta perché so che dopo un po’ di tempo certe ferite in qualche modo si rimarginano. Ma niente. Non sta funzionando. Nonostante mi piaccia molto, non riesco ad affezionarmi veramente a lui… Come se avessi perso la capacità di legarmi davvero a un’altra persona.
Non so neanche se è davvero così o me lo sto solo immaginando… ad ogni modo, non riesco a fissarlo nella mia testa com’è accaduto in passato con i due uomini che mi hanno fatto male…
Forse ho solo bisogno di leggere che è tutto normale e un giorno tutto questo cambierà!
Chiara
Maya Risponde
Ciao Chiara,
benvenuta nel mio locale preferito: quello in cui ci si ferma a bere litri di “non me lo so spiegare” e “c’è qualcosa di sbagliato in me”. È un pub frequentato da organi che un tempo sono stati grandi suonatori, ma che adesso credono di non poter mai più tornare a far parte dell’orchestra.
Così, si ritrovano lì, seduti su uno sgabello ad ascoltare canzoni che fanno ballare tutti, mentre per loro sono soltanto rumore che crea frastuono attraverso i timpani, ma non comunica un bel niente.
Ci sono alcune cose che ho imparato in quel pub. Che sintonizzarsi su un cuore che è stato stretto in una morsa insopportabile come il tuo, alle volte, può aiutarti a ritrovare la giusta frequenza e trasmettere ancora al ritmo che ti fa stare bene.
Che ogni tanto il barista ti fa uno scherzo e decide di farti bere un “Non hai assolutamente niente che non va” e di farti ubriacare con un “Ehi, alla fine non sei poi così male”.
Che puoi anche scegliere di alzarti senza ordinare niente e decidere che stavolta cambierai locale. E forse anche quella successiva.
Intendo solo dire, cara Chiara, che quello che il tuo cervello ha messo in moto è un meccanismo di autodifesa. Gli impulsi e la spontaneità ti stanno aiutando a lasciarti andare alle sensazioni positive che una persona nuova e diversa da quello che hai conosciuto riesce a portare con sé nella tua vita.
Il cervello, però, ha memorizzato ogni singolo momento di quello che hai vissuto finora. La paura che possa succedere qualcosa che ti ferirà nuovamente lo porta a far entrare sì qualche spiraglio, a farti sentire addosso il tepore di un vento caldo di novità, ma a sbarrare poi ogni via di ingresso, piazzando anche un segnale di pericolo per bloccare ogni possibile minaccia.
L’unico modo in cui potrai affezionarti di nuovo a qualcuno è quando quel qualcuno riuscirà a difenderti con un’arma tanto potente quanto pericolosa: la fiducia nel prossimo.
Tu l’hai semplicemente persa combattendo qualche battaglia di troppo, ma solo perché sei stata sconfitta da qualche balordo che ti ha colpita alle spalle facendoti un’imboscata. Beh, quel qualcuno di cui parlo combatterà al tuo fianco e sai cosa accadrà? Costruirete quell’arma insieme per difendervi dal resto del mondo.
Quindi sì, è proprio così… È tutto - terribilmente - normale Chiara.
Ti abbraccio,
Maya
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