Cara Maya,
mi chiamo Michela, ho 30 anni e l’uomo che amo soffre della “sindrome da sparizione discontinua”. Inizio col dirti che non siamo una vera coppia, nel senso che ci siamo conosciuti anni fa, ci siamo piaciuti e abbiamo iniziato una relazione senza mai definirci coppia. Abitavamo nella stessa città, ma poi è successo che io mi sono trasferita per lavoro. Abbiamo continuato a sentirci, a vederci ogni tanto e a fare sexting, praticamente ogni giorno. Come se stessimo effettivamente insieme.
Poi però la sua presenza è diventata sempre più sporadica. È scomparso per mesi interi, ignorandomi del tutto, per poi ritornare come se nulla fosse accaduto. Ho chiesto spiegazioni, per capire se il motivo potesse essere l’incontro di un’altra donna. Mi ha risposto che non è così, che è solo molto impegnato. Poi è sparito di nuovo, e adesso sono passati ben 35 giorni dall’ultima volta che ho avuto sue notizie. Credo di avere una dipendenza affettiva nei suoi confronti: quando ci sentiamo sono al settimo cielo, ma ogni volta che lo vedo sparire entro in paranoia e inizio a star male. Come ne esco dato che ufficialmente non siamo neanche una coppia?
Michi
Maya Risponde
Carissima Michi,
se fino a questo momento non hai creduto nel paranormale, ti informo che hai a che fare con un fantasma. Questo suo continuo giocare a nascondino ha un nome e non sei l’unica persona che, senza averlo neanche chiesto, si è trovato coinvolta in questo gioco, il ghosting.
Conosco bene la sensazione di vedere la tua “dipendenza” sparire. Come in ogni forma di dipendenza quello che senti è dolore; quella che provi è la stessa bramosia di un tossico nei confronti della sua roba. Più ne prendi, più diventa difficile riuscire a farne a meno. E veder scomparire la tua dose da un giorno all’altro, senza un minimo di preavviso, e senza sapere quando e quanto potrai riaverne, provoca un senso di malessere pari al dolore fisico.
Non avete mica bisogno di una dichiarazione scritta per poter dire al mondo di essere una coppia: se vi sentite ogni giorno, vi raccontate quello che vi succede e il bisogno di sentirvi supera l’ostacolo di vivere in due città distanti, ehi, non vorrei distruggere l’idea che ti sei fatta, ma siete proprio una coppia. A tutti gli effetti.
Certo, forse arrivati a questo punto è necessaria qualche indicazione stradale. Se finora siete riusciti a trovare un punto d’incontro, lui sembra essersi perso in una bufera o avere trovato un sentiero pieno di buche nelle quali si infila ogni volta. E, dato che non è una talpa e tu non vuoi fare il gioco con il martelletto per compirlo quando sbucherà fuori all’improvviso, è arrivato il momento di tracciare un percorso che vada bene a entrambi.
Se non chiarisci le cose una volta per tutte, non solo le paranoie non smetteranno di farti i dispetti, ma costruiranno un parco giochi nel tuo cervello con giostre pericolosissime sulle quali ti ritroverai a reggerti forte (anche se ancora una volta il biglietto per la corsa non lo avevi proprio comprato). Se a quel punto la situazione non dovesse cambiare, scendi dall’autoscontro prima che ci sia un incidente di quelli che lasciano brutte cicatrici addosso.
Coppia o non coppia, avete un legame: avere delle risposte è il punto di partenza. Certo, forse prima dovrà esserci una sosta ai box, ma fa niente: l’importante è che alla fine riusciate a trovarvi fianco a fianco sulla stessa carreggiata!
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