Ciao Maya,
mi chiamo Mario e ho 18 anni. Sono gay. Ho la fortuna di vivere in una bella famiglia, che lo sa da sempre e che non mi ha mai fatto mancare l’affetto e il sostegno in tutti questi anni.
Ovviamente, gli episodi di discriminazione a scuola non sono mancati… i bulletti di turno hanno sempre trovato un modo per sentirsi potenti con chi considerato più debole perché diverso.
Oggi mi è capitato di vedere una manifestazione da parte dei sostenitori della cosiddetta famiglia tradizionale che hanno protestato contro il decreto di legge Zan. Con un bavaglio addosso, come se il nostro obiettivo fosse quello di togliere loro la parola, quando noi alla fine vogliamo soltanto essere liberi di vivere la nostra sessualità senza doverci nascondere o sentire insultare per tutta la vita.
Siamo esseri umani. Punto.
Mario
Maya Risponde
Ciao Mario,
mi si stringe il cuore a leggere le tue parole. Si dovrebbe mettere un bavaglio all’odio indiscriminato, non all’amore.
Si dovrebbero mettere a tacere le discriminazioni, non continuare a dare voce col megafono alla mancanza di apertura mentale.
Non avendolo mai vissuto sulla mia pelle posso solo immaginare cosa si provi a doversi quasi giustificare con il mondo per il proprio modo di amare. A dover dimostrare di non essere in difetto, a lottare per schivare il male che arriva addosso come uno sputo. Immotivato. Disgustoso. Umiliante.
E non importa che abbia la forma di un insulto o di un pugno: il danno che provoca è praticamente lo stesso.
Spero in un futuro con più esseri umani e meno esseri.
Un mondo in cui si possa mettere il silenziatore alla fobia per la diversità e aumentare il volume del rispetto e della comprensione reciproca.
Vorrei incontrare più persone come te, che non vedano il mondo solo in bianco e nero, ma riescano a cogliere tutte le sue bellissime e incredibili sfumature e sfaccettature.
Ti abbraccio forte,
Maya
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Foto: honeyfungs-unsplash