A Milano il debutto di una delle mostre più attese dell'anno, dedicata a un'artista molto amato per i suoi colori vivaci e le sue atmosfere sognanti.
A Milano il debutto di una delle mostre più attese dell'anno, dedicata a un'artista molto amato per i suoi colori vivaci e le sue atmosfere sognanti.Quella che verrà inaugurata il 17 settembre a Palazzo Reale sarà la più grande retrospettiva mai dedicati in Italia a Marc Chagall, uno dei più grandi pittori del Novecento a cavallo tra Modernismo e Avanguardia.
Più di 200 opere, la maggior parte dipinti, che seguiranno il percorso cronologico della vita dell'artista russo naturalizzato francese, a partire dal 1908 per concludersi con le grandi opere degli anni '80.
Si tratta di un evento unico, che affianca quadri ancora inediti, perché prevenienti da collezioni private degli eredi, ai capolavori conservati da musei di Parigi, San Pietroburgo, New York e Chicago.
La mostra, che durerà fino al 1 febbraio del 2015, è divisa in sei sezioni, che corrispondono a sei fasi dell'esistenza del pittore: dal primo periodo in patria in Russia al trasferimento in Francia, dove viene a contatto con le correnti dell'epoca, passando per il successivo ritorno a Vitebsk, un nuovo soggiorno a Parigi durato fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quindi l'esilio americano e infine la meta finale della Costa Azzurra.
Punto fisso della produzione di Chagall è sempre il ricordo dell'esperienza infantile all'interno di una piccola comunità ebraica, di cui vengono ritratti tutti i riti religiosi come quelli mondani: tante le opere dedicate alle nozze e alla vite dei contadini.
Dell'artista si ricordano spesso le inconfondibili tinte blu, usate a seconda del periodo in congiunzione con influenze cubiste, simboliste, sempre attraverso il filtro del Fauvismo con la sua propensione alle forme semplici, all'abbandono della prospettiva e l'utilizzo di colori puri, vivaci e immediati.
L'esposizione si concentra sull'aspetto di mediazione del linguaggio artistico di Chagall, che è riuscito a fondere tradizioni diverse come quella ebraica e russa, assorbendo anche gli input francesi e in parte anche quelli americani.