La maternità e il nutrimento sono i due concetti celebrati nella mostra "La Grande Madre", ospitata al Palazzo Reale di Milano fino al 26 novembre.
La maternità e il nutrimento sono i due concetti celebrati nella mostra "La Grande Madre", ospitata al Palazzo Reale di Milano fino al 26 novembre.Dal 26 agosto al 26 novembre 2015 il Palazzo Reale di Milano ospita una mostra che contempla oltre 400 opere selezionate appositamente per esplorare l'evoluzione della figura della donna: dalle veneri paleolitiche alle cattive ragazze del post-femminismo, “La Grande Madre” è il commiato del mondo dell’arte ad Expo 2015.
"La Grande Madre" rende omaggio al tema principe dell’Esposizione Universale "nutrire il pianeta" da un punto di vista particolare, quello della donna come generatrice di vita
La rassegna è un modo per esplorare il mistero della maternità, ma anche il potere generativo negato o conquistato.
Massimiliano Gioni, direttore artistico della Fondazione Trussardi, promotrice dell’evento, ne ha curato ogni aspetto tracciando un percorso affascinante che ha coinvolto 139 artisti provenienti da tutto il mondo e dislocando le oltre 400 opere in 29 sale.
La mostra si apre con una presentazione dell'archivio di Olga Fröbe-Kapteyn che, a partire dagli anni '30, ha raccolto migliaia di immagini di madri, veneri e divinità preistoriche a cui hanno attinto, per i loro studi, antropologi e psicologi come Sigmund Freud e Gustav Jung.
Segue poi un’interessante sezione dedicata al contributo artistico delle donne alle avanguardie come il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo
Vale la pena ricordare i ritratti fatti alla madre di Umberto Boccioni o “La donna 100 teste” di Max Ernst ma anche alcune opere di Frida Kahlo, Dora Maar e Meret Oppenheim.
La seconda parte della mostra espone alcuni lavori di Louise Bourgeois fino ad arrivare ad artiste, che a partire dagli anni '60, hanno rivendicato la centralità del corpo femminile chiedendo autonomia e libertà d’espressione come Carla Accardi, Joan Jonas, Marlene Dumas, Cindy Sherman, Mary Kelly e Yoko Ono.
Chiudono il percorso espositivo "la stanza dell’assenza", con un ritratto di un piccolo Roland Barthes in braccio alla madre e il progetto "tecnologia della memoria" di Nicholas Nixon che ha fotografato, ogni anno, per 40 anni, le sorelle Brown.
Foto oubliettemagazine.com