Un itinerario londinese per scoprire i luoghi di Jack lo squartatore e la sua misteriosa vita.
Un itinerario londinese per scoprire i luoghi di Jack lo squartatore e la sua misteriosa vita.La misteriosa e inquietante storia di Jack lo squartatore, terribile serial killer che visse a Londra alla fine del XIX secolo, non riesce a essere messa a tacere; periodicamente salta fuori, per una ragione o per un’altra. L’ultima volta in ordine cronologico è lo scorso mese di settembre, quando esami da CSI pare abbiano rivelato l’identità del misterioso omicida. Già, perché
Jack è un nome di fantasia, dato a quell’ombra misteriosa che colpiva nelle brumose notti londinesi nei vicoli malfamati del quartiere di Whitechapel
Jack è un nome di fantasia, dato a quell’ombra misteriosa che colpiva nelle brumose notti londinesi nei vicoli malfamati del quartiere di Whitechapel
La storia è semplice e terribile: nel giro di pochi mesi, dall’agosto al novembre 1888, furono uccise in modo efferato cinque prostitute, tutte sgozzate e orrendamente mutilate. Gli omicidi ebbero una grande eco, e la stampa dedicò molte pagine ai delitti;
Si trattò del primo clamoroso caso di cronaca nera seguito dai giornali, e seguito altrettanto morbosamente dal pubblico.
Tanti furono gli indiziati, ma nessuno fu dichiarato colpevole e per oltre un secolo gli omicidi rimasero irrisolti.
Poi, ecco il colpo di scena: utilizzando gli appunti dei poliziotti che avevano seguito il caso (conservati nel Museo del Crimine di Scotland Yard) e grazie alle tracce biologiche trovate su uno scialle di lana che pare appartenesse a Catherine Eddowes, una delle vittime, si sono fatte le analisi sul DNA dei discendenti degli indiziati, fino a che non si è trovato un riscontro: Jack lo squartatore sarebbe, dunque, un giovane barbiere ebreo immigrato polacco, Aaron Kominski.
Il quartiere di Whitechapel, nell’East End di Londra, si trova poco a nord della Torre di Londra: una zona centrale, che però nel secolo scorso era estremamente malfamato, nel quale vivevano famiglie poverissime e regnava lo sfruttamento minorile e la prostituzione. L’alcolismo era l’unico modo per sfuggire alla miseria. L’area subì duri bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e oggi è soprannominata Banglatown perché vi abita una foltissima comunità indiana, i cui ristoranti e botteghe inondano di profumo di curry le strade.
In effetti ancora oggi certe caratteristiche che erano proprie del quartiere ottocentesco rimangono: una zona abitata in gran parte da immigrati (che un secolo fa provenivano nella stragrande maggioranza da altri Paesi europei), con numerose stradine e vicoli sporchi, simili a corridoi, che collegavano fra loro le case e le strade principali. Tra l’altro gli edifici spesso non avevano neanche il portone, quindi era possibile fuggire o nascondersi molto facilmente.
Proprio di sera, intorno alle 19, vengono organizzati i tour guidati, anche in lingua italiana, nel quartiere di Whitechapel, proponendo un itinerario che tocca i luoghi dove furono uccise le cinque donne. Il punto di partenza è la fermata della metropolitana di Aldgate East. Da qui ci si incammina in direzione di Whitechapel High Street attraversando Commercial Road, iniziando l’esplorazione delle vie secondarie; Gunthorpe Street conserva ancora il suo aspetto ottocentesco. Il percorso prosegue alternando modernissime architetture in vetro a fabbriche in mattoni in disuso, toccando i luoghi dove avvennero i terribili omicidi.
Le donne uccise Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e di Mary Jane Kelly, avevano molte caratteristiche in comune: non giovanissime, sposate ma fuggite dal marito per abusi, con un buon numero di figli, alcolizzate. Il loro unico modo per guadagnarsi da vivere era la vendita di fiammiferi e la prostituzione. L’assassino riuscì a sfuggire alla polizia anche perché, temendo forse di essere catturato, interruppe improvvisamente la sequela di delitti: l’uso di armi da taglio, come coltelli o rasoi, aveva indirizzato Scotland Yard a concentrare le ricerche su barbieri, macellai e conciatori, che utilizzavano tali attrezzi come strumenti del mestiere.
Anche se è quasi certo che sia stata scoperta la vera identità del serial killer, se vi piace provare il brivido della paura, quando andate a Londra non mancate di seguire questo itinerario: si dice che negli angoli ancora intatti, nelle piazzette solitarie che nelle sere più fredde e nebbiose emanano un sottile senso di inquietudine come se fossero ancora illuminate dai fiochi lampioni a gas, sia ancora possibile scorgere l’ombra di Jack che scivola furtiva.