Scoprire Lampedusa e le isole Pelagie
Scoprire Lampedusa e le isole PelagieLampedusa è un’isola che si trova nel mar Mediterraneo, è la maggiore del gruppo delle Pelagie, posta nel canale di Sicilia, sulla piattaforma continentale africana, a 115 km dalla costa tunisina e 205 da quella della Sicilia. Di natura calcarea, l’isola ha forma allungata, coste alte e dirupate, poco adatte all’attracco, e culmina nei 133 metri dell’Albero del Sole, nella parte occidentale.
L’unico centro abitato è Lampedusa, posto in un’insenatura ramificata della costa sudorientale e sede del comune di Lampedusa e Linosa (provincia di Agrigento), il quale comprende oltre a queste due isole anche quelle minori di Lampione e dei Conigli.
L’arcipelago è più vicino alle coste africane che a quelle siciliane. Il nome Lampedusa è di derivazione greco-bizantina (Lopadusa, ovvero ‘ricca di molluschi’). Nel corso dei secoli vi si avvicendarono Fenici, Greci, Romani e Arabi. Spopolatasi a seguito delle scorribande dei Saraceni, grazie a Ferdinando II di Borbone venne nuovamente abitata nel 1847; appartenne a lungo alla famiglia dei Lampedusa.
Linosa, il cui nome deriva dal greco Aethusa (una ninfa amata da Apollo), fu abitata dai Romani e successivamente da popolazioni arabe. La punta di un vulcano sommerso che emerse dalle acque nel Quaternario: Linosa è una lucertola nera come il suolo su cui si muove. Un abitato di silenzio e di colore. Fra i principali monumenti vi sono il santuario della Madonna di Lampedusa, il monumento al pescatore e l’obelisco, opera dell’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro.
La bellezza paesaggistica e lo splendido mare hanno reso questo luogo una meta privilegiata per gli amanti della natura selvaggia. Il turismo è favorito dai buoni collegamenti marittimi e aerei (sull’isola di Lampedusa vi è infatti un piccolo aeroporto) e da una discreta ricettività alberghiera. Il mare d’Africa, la vivida lucentezza dei suoi sassi, spiagge bianche e rocce scolpite dal tempo: ecco cosa si propone agli occhi del visitatore.
Parte dell’isola di Lampedusa è compresa nella riserva naturale, che si estende per circa 320 ettari, istituita per tutelare alcune specie vegetali e animali in via di estinzione. Tra questi ultimi sono comprese le tartarughe marine, che ogni anno vanno a deporre le uova sulla spiaggia dell’isola dei Conigli, che si raggiunge percorrendo la strada per capo Ponente, parcheggiando auto o bici e proseguendo a piedi lungo un sentiero per circa quindici minuti. A Lampedusa nidificano il falco pellegrino, il gheppio, il marangone dal ciuffo e il gabbiano reale; persino tra gli insetti c’è una grande varietà.
Nella parte nord dell’isola la costa è alta e scoscesa, maestosa con le sue falesie a picco sul mare e i faraglioni: qui ci sono calette, grotte e baie che si raggiungono solo in barca. Il lato meridionale ha coste più basse e le cale terminano spesso in arenili di sabbia bianca.
La spiaggia di Guitgia si apre sulle acque della baia del porto, è vicina al centro abitato, circondata da hotel e bar dove bere una birra fresca. Romantica è invece cala Francese, raggiungibile dal porto lungo la strada che costeggia l’aeroporto dell’isola: la spiaggia sembra fatta di farina ed è il luogo perfetto per far giocare i bambini. Cala Croce è un’insenatura protetta dal vento a cui si arriva dalla Guitgia, prendendo la strada ciottolosa che va verso ponente.
A cala Madonna, mistica come il suo nome, oltre alla spiaggia c’è un canneto. Cala Pulcino è incastonata in una valle, mentre minuscola è invece cala Pisana. Per entrare completamente nello spirito dell’isola si può soggiornare in un dammuso, affittando una tipica abitazione dai pescatori delle isole del Mediterraneo, caratterizzata da spesse mura di pietra e tetti a cupola in calce bianca.
Ariosto collocò a Lampedusa l’epilogo del suo Orlando furioso, con il triplice duello dei cavalieri cristiani Orlando, Brandimarte e Oliviero contro i guerrieri musulmani Agramonte, Gradasso e Sobrino. Sull’isola inoltre fu girato il film Respiro (2001) di Emanuele Crialese.