Lo splendore di un'antica usanza rivive a Castelrotto
Lo splendore di un'antica usanza rivive a CastelrottoNon solo sci: ancora oggi, nonostante l’area dolomitica dell’Alpedi Siusi sia celebrata per la possibilità di trascorrere incantevoli vacanze sulla neve, d’inverno diventa teatro (o meglio lo diventa il suo centro abitato più importante, Castelrotto), di un evento tradizionale tra i più suggestivi. Tanti anni fa, almeno fino agli anni Cinquanta del Novecento, qui i matrimoni si celebravano soltanto d’inverno, perché era l’unico momento in cui si era liberi dal duro lavoro sui campi. E vista la gran quantità di neve, il mezzo su cui ci si spostava erano le slitte trainate dai cavalli. Grandi feste a cui erano invitati i paesani, che si concludevano con un ricco banchetto.
Si deve considerare che il matrimonio, in questa civiltà contadina, era estremamente importante. Il tipo di insediamento agricolo di tutto il Sudtirolo, quello del maso, è rimasto praticamente inalterato dai tempi dei Baiuvari (VI-VII secolo) fino quasi ai giorni nostri; non era soltanto l’abitazione stessa, ma l’azienda agricola familiare con tutti i suoi annessi e le terre, che passava di generazione in generazione dal padre al figlio maschio primogenito, secondo la tradizione del ‘maso chiuso’, e che divenne un vero e proprio vincolo giuridico sotto Maria Teresa d’Austria.
Così da alcuni anni a questa parte, in gennaio, si rievoca questo matrimonio contadino al quale gli abitanti di Castelrotto partecipano con grande entusiasmo. Il corteo nuziale ha inizio dall’incantevole chiesetta di San Valentino, poco sopra Siusi. L’edificio sorge isolato in mezzo ai campi, mentre sullo sfondo si stagliano i contorni della Bullaccia e della punta Santner; gli affreschi trecenteschi e quattrocenteschi ornano l’interno e una parete esterna. Gli sposi e gli invitati si spostano poi sulle slitte, dirigendosi attraverso i prati innevati verso il paese.
Ogni particolare ricalca fedelmente la tradizione: i cavalli sono ornati con campanelli, nastri, pennacchi, la criniera e la coda sono sapientemente intrecciati. I costumi tradizionali seguono regole precise: la sposa porta un cappello verde prato, il cerimoniere che scandisce i vari momenti della festa con una pistola a scoppio ha invece un copricapo ornato di piume di struzzo. I cappelli contraddistinguono anche la condizione delle donne: le anziane hanno un cappello a forma di cono (turmkappe), le ragazze da marito ne hanno uno con foglie d’oro e lustrini; le sposate tengono la loro treccia legata sulla nuca, a differenza di quelle nubili che ce l’hanno fissata sopra la testa.
Le donne abbelliscono i loro abiti tradizionali con ricchi scialli dalle lunghe frange, mentre gli uomini portano con fierezza cappelli ornati di piumette e fiori, oltre a una cintura riccamente ricamata. Al corteo partecipano anche i bambini: indossano abiti bianchi le bimbe, camicie bianche e giacche di loden nero i maschietti. Gli invitati, cioè amici e familiari, sono detti assai poco elegantemente Marenner, ‘mangiamerenda’.
In passato la cerimonia era interrotta dagli amici dello sposo che cercavano di rovinare la festa: bloccavano con ostacoli il tragitto della sposa da casa alla chiesa, oppure provavano a rapirla sotto il naso del futuro sposo addirittura davanti all’altare, senza contare le filastrocche che raccontavano particolari piccanti del passato degli sposi. Di fronte alla sposa si faceva anche il ballo della fertilità, nel corso del quale si danzava con una torta piena di bambolotti.
Il corteo giunge alla piazza di Castelrotto: qui ci saranno musica e balli tradizionali, fino all’ora del banchetto nuziale, che in passato contava 15 portate. Oggi è possibile gustare questi piatti nei vari ristoranti di Castelrotto, che per l’occasione propongono anche le ricette particolari. A cavallo della data della rievocazione del matrimonio, infatti, nei giorni precedenti e in quelli successivi, si svolge la manifestazione dei Banchetti Nuziali: le specialità vengono preparate secondo le antiche ricette tirolesi. Si tratta di piatti come il camoscio marinato, i canederli di grano saraceno, la pasta contadina condita con ragù di selvaggina, il formaggio grigio con cipolla, il pane dolce nuziale, i krapfen con semi di papavero, e molto altro ancora.