Metaponto, la città di Pitagora
Metaponto, la città di PitagoraNell’antichità la colonia di Metaponto fu uno dei templi della filosofia: lì, infatti, visse e insegnò il grande Pitagora. La città fu centro di diffusione della cultura e dell’insegnamento del filosofo. Dopo essere fuggito da Crotone, dove aveva fondato nel 532 a.C. la sua prima scuola filosofica, si trasferì nella colonia greca dove visse fino alla morte. La fama della città è rimasta per sempre legata a questo personaggio, si racconta che persino Cicerone viaggiò fin lì per visitare la tomba del grande pensatore.
Il sito archeologico si trova in provincia di Matera, nel comune di Bernalda. Le origini di Metaponto si fondono con la leggenda: sarebbe stato Nestore, figura mitologica e re di Pilo, a fondare la città mentre era di ritorno dalla guerra di Troia. Fonti storiche attestano invece che venne fondata da coloni achei fra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C.
Arrivando da Taranto ci accoglie subito il santuario più famoso del sito archeologico: le Tavole Palatine.L’edificio, dedicato a Era, risale alla metà del VI secolo a.C. anche se al suo interno è stato rinvenuto un altare più antico.
Il centro città era circondato da una cinta muraria, con basamento in blocchi in mattoni crudi, databile alla fine del VI secolo a.C. e l’inizio del V a.C. con alcuni rimaneggiamenti avvenuti durante il IV a.C.
Poco prima di superare le mura, se si svolta a destra si vede un’altra area archeologica che conserva i resti delle necropoli, dell’agorà, del teatro e del tempio di Apollo Licio, l’altro grande santuario; questo, la cui area era delimitata da un muro perimetrale che lo separava dalla vicina agorà, risultava caratterizzato dalla presenza del tempio C, dedicato ad Atena, la cui prima versione, edificata nel VI secolo a.C. come semplice vano rettangolare, venne arricchita da una piattaforma di delimitazione nel secolo successivo.
Accanto al tempio C fu realizzato il tempio A, dedicato ad Apollo e composto da una prima costruzione risalente al 580 a.C., della quale non rimane traccia ma di cui si immagina un orientamento simile a quello del tempio C, e da una seconda, eretta nel 530 a.C., allorché il tempio venne inserito nell’assetto urbanistico della città dopo aver subito alcune modificazioni di orientamento. Dotato di otto colonne sul fronte e diciassette sui lati, presentava il lato orientale articolato in una doppia fila di colonne; la cella, rettangolare e fornita di pronao, era caratterizzata dalla presenza di semicolonne inserite nel muro.
Sempre nella stessa area era localizzato anche il tempio B dedicato a Era, il quale nel 570 a.C. risultava dotato di una cella divisa in due sezioni tramite un colonnato centrale, mentre nel 530 a.C., allorché l’intera pianta veniva prolungata di 2,5 m, si presentava delimitato non da colonne, ma da un muro continuo.
Da ricordare infine il tempio D, di ordine ionico, eretto nel 407 a.C., di cui resta solo la trincea di fondazione. Al di là del santuario si trovava il teatro, della prima metà del IV secolo a.C., dalla cavea semicircolare, con un sistema radiale di cunei e impianto su un argine di terra e sabbia. I templi erano decorati con bellissime grondaie fittili policrome con bassorilievi e teste leonine.
Nei pressi di Metaponto sono venuti alla luce anche i resti di altri santuari rurali come quello di San Biagio alla Venella, legato al culto delle acque e frequentato fino ai primi anni del III secolo a.C. Le stipi votive, ovvero i doni che venivano offerti alle divinità, hanno restituito migliaia di statuette, esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Metaponto.
Il simbolo della città era la spiga, immagine che richiama la fertilità, presente in diversi elementi decorativi degli edifici. Il sostentamento di Metaponto era, infatti, l’agricoltura. Sono state ritrovate le tracce di moltissime fattorie risalenti al periodo di massimo splendore. Oltre alle attività rurali, vi sono anche alcune fornaci risalenti al VI secolo a.C. all’interno del quartiere dei ceramisti, che provano la produzione locale di numerosi oggetti in ceramica, tra i quali spiccano i vasi a figure rosse, bronzi e manufatti, tutti conservati presso il Museo archeologico Nazionale di Metaponto. Al suo interno si conservano anche diverse monete con le effigi di Ercole, Apollo, Demetra e alcune con la spiga d’oro, e anche alcuni reperti preistorici; una sezione è dedicata alle armi e ai monili in bronzo.