Visitare i giardini di villa d'Este a Tivoli
Visitare i giardini di villa d'Este a TivoliVilla d’Este è uno dei luoghi che hanno creato il modello del giardino all’italiana: fontane scenografiche, viali alberati, terrazze, aiuole geometriche e sculture classiche compongono il parco di una delle residenze più belle del Rinascimento.
La villa, iscritta dal 2001 alla lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, è frutto di un’ingegnosa opera cinquecentesca; per alimentare le fontane era stato progettato un complesso sistema di tubazioni che comunicava direttamente con il fiume Aniene: l’acqua veniva incanalata sfruttando la pressione naturale e il sistema dei vasi comunicanti, non serviva quindi alcuna pompa o meccanismo.
La costruzione della villa risale al 1550, venne commissionata dal cardinale Ippolito II d’Este, governatore della città, che trasferitosi a Tivoli da Ferrara avviò l’edificazione di questa grandiosa residenza. La struttura precedente era di un vecchio convento benedettino: Ippolito, però, essendo abituato a ben altro, lo trasformò in una vera e propria opera d’arte, seguendo il progetto dell’architetto Pirro Ligorio.
Le stanze interne furono decorate secondo un gusto tardo manieristico romano da personaggi quali Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, Antonio Tempesta. A una delle opere di restauro e ammodernamento compiute nel Seicento partecipò anche Gian Lorenzo Bernini.
La vera attrazione di villa d’Este è il magnifico giardino che si estende dalla facciata per circa 35.000 mq con oltre 50 fontane spettacolari.
La fontana dell’Ovato è la più famosa e rappresenta la città: la protagonista è la Sibilla Tiburtina, divinità protettrice di Tivoli e annunciatrice, nei Libri Sibillini, della nascita di Gesù Cristo. La fontana semicircolare ha al centro un getto d’acqua che si tuffa nella vasca, simbolo della cascata di Tivoli; le rocce raffigurano i monti Tiburtini, mentre le tre statue richiamano i fiumi Aniene, Erculaneo e Albuneo; tra queste, una è appunto la Sibilla. La polla è situata lungo il viale delle Cento Fontane: come dice il nome stesso, si tratta di circa cento zampilli dalle forme di aquile e gigli, figure dello stemma estense.
Tra le fontane più belle e scenografiche c’è sicuramente la fontana di Nettuno, con le sue altissime colonne d’acqua. La statua del dio s’intravede sotto la cascata situata al centro del complesso. In tutt’altro stile, ma altrettanto grandiosa, è la fontana di Proserpina: una nicchia circondata da colonne tortili ospita una barca a forma di conchiglia, che ha a bordo Proserpina, trainata da cavalli.
Il viale delle Cento Fontane è delimitato all’opposto dal complesso della Rometta, che raccoglie i simboli della città di Roma quali la lupa con i gemelli e Roma Vittoriosa vestita con armatura, elmo e lancia. La grotta di Diana è un’altra fantastica scenografia mitologica, decorata con affreschi, stucchi e altorilievi.
Passeggiando per il parco ci si lascia incantare da strutture con soggetti mitologici: quella di Pegaso con le ali spiegate mentre sta per spiccare il volo, la fontana della dea Natura, o quella con i draghi, da installazioni più sobrie ed eleganti come la fontana del Bicchierone, dalla forma di calice, e non mancano fonti con congegni nascosti quali, per esempio, la suggestiva fontana della civetta, con tanto di effetti sonori che riproducono il cinguettio degli uccelli. Un ulteriore esempio di installazione sonora è quella dell’Organo, un edificio barocco i cui getti d’acqua producono incantevoli melodie.
Presso due locali situati nel piazzale della fontana dell’Ovato è ospitato il Laboratorio Museo Didattico del Libro Antico, un vero e proprio santuario dedicato al libro antico; la città di Tivoli, infatti, vanta un passato legato alla tipografia e all’arte libraria. Il museo riunisce esperti e studiosi del settore, soprattutto per quanto riguarda il restauro e la conservazione, è sede di seminari, conferenze e attività didattiche. Sono qui esposti papiri miniati, pergamene, stampe e tavole antichissime, ma anche strumenti d’epoca come tavolozze, pigmenti, calamai, torchi.