Il centro storico di Vicenza e le ville palladiane
Il centro storico di Vicenza e le ville palladianeQuando si pensa a Vicenza viene subito in mente Andrea Palladio, il grande architetto che nel corso del Cinquecento realizzò una vera e propria rivoluzione artistica e strutturale che stravolse la città con un nuovo stile. Palladio modificò ex novo l’impianto urbanistico e il paesaggio circostante, sperimentando un suo nuovo concetto di architettura e le proprie doti da scenografo. Una passeggiata nel centro storico diventa inevitabilmente una rievocazione della sua vita e della sua carriera.
Tutta la zona intorno a Vicenza è costellata di edifici ispirati a questo nuovo stile, trentanove per l’esattezza, tra costruzioni religiose, civili, pubbliche e private. Il Vicentino può oggi vantare il maggio numero di siti protetti dall’UNESCO: dopo il primo riconoscimento del 1994, dal 1996 sono state inserite nella lista dell’UNESCO anche le ville palladiane.
L’itinerario alla scoperta di questi luoghi può partire dal centro storico, da piazza Giacomo Matteotti per imboccare la via principale, corso Andrea Palladio, che segue l’antico tracciato romano. Il corso, interamente pedonale, permette al turista di scoprire alcune tra le principali opere d’arte della città.
Si affacciano su piazza Matteotti il Palazzo Chiericati, sede del Museo civico, e il bellissimo Teatro Olimpico; imboccato il corso principale vediamo subito sulla destra la Casa del Palladio, edificio realizzato su commissione per i Cogollo dove, nonostante la denominazione, l’artista non abitò mai.
Costruita nel 1259 per ospitare una spina della corona di Cristo, il complesso di Santa Corona,dal tipico stile gotico, è uno dei più importanti edifici religiosi della città, e sede originaria delle spoglie di Andrea.
Facendo una piccola deviazione a sinistra, imbocchiamo una delle tante traverse della via principale, e raggiungiamo piazza dei Signori con il monumento simbolo di Vicenza, la Basilica Palladiana. Un tempo denominato Palazzo della Ragione, il progetto di rinnovo della basilica rappresentò per il giovane e semisconosciuto artista un vero e proprio trampolino di lancio che lo assicurò come architetto ufficiale della città. Il risultato del restauro fu un monumento grandioso ed elegante, che mutò il nome dell’edificio in ‘basilica’, non perché fosse un luogo religioso, ma in quanto ‘casa regale’. Gli elementi decorativi sono le ricorrenti finestre serliane, un doppio ordine di logge, archi a tutto sesto e statue; la carriera del giovane artista subì un’importante svolta in seguito al successo ottenuto dal cantiere della basilica. Nonostante la fama, l’artista, però, non divenne mai ricco e mantenne sempre uno stile di vita modesto insieme alla moglie e i cinque figli.
Di fianco alla basilica svetta l’alta Torre di Piazza, che si erge per circa 80 metri poggiando su una base di appena 7 e che vanta il primo orologio meccanico a uso pubblico. Queste sono solo alcune tra le numerose opere disseminate nei paraggi: il famoso palazzo Thiene, Palazzo da Monte, Monte di Pietà, Palazzo Leone Montanari, la Loggia del Capitaniato, i ponti, il Palazzo arcivescovile e altri ancora.
L’itinerario pedonale termina, o comincia se si arriva a piedi dalla stazione, in Piazza Castello; prima, però, una tappa obbligata conduce alla vicina piazza Duomo, con la cattedrale cittadina di santa Maria Annunciata, dalla caratteristica cupola.
Vicenza costituisce solo il punto di partenza per scoprire tutta la zona circostante, famosa soprattutto per le ville. La più famosa è La Rotonda, la più celebre invenzione dell’architetto veneto: a pianta centrale e riccamente decorata, fu concepita come prestigioso luogo di rappresentanza. Anche villa Barbaro, a Maser, è una delle più eleganti ville Venete, realizzata tra il 1550 e il 1560 su commissione dei fratelli Barbaro, raffinati cultori dell’arte classica. La tradizione racconta che l’artista, ormai settantenne, morì proprio mentre stava lavorando a questo progetto; la facciata della villa è ispirata a un tempio antico. Al suo interno è ospitato un importante ciclo di affreschi realizzato dal pittore manierista Paolo Veronese, incentrato sul tema dell’armonia umana e cosmica.