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Un itinerario 'gastroculturale nella ‘Romagna profonda'

La cultura dell'ospitalità delle colline romagnole

La cultura dell'ospitalità delle colline romagnole

L’itinerario alla scoperta della ‘Romagna profonda’ si snoda tra le ridenti colline della regione, all’insegna dell’arte, della storia e della natura. Tra parchi e riserve protette, il tratto dominante del paesaggio è costituito dalla presenza di vigneti e di numerose cittadine che conservano gli antichi impianti urbanistici. Si parte da Castel San Pietro Terme, un paese lungo la via Emilia che conserva l’impianto originario a vie ortogonali porticate, tratti delle mura e il cassero dominato dalla torre dell’Orologio, simbolo della città. Lo stabilimento termale, realizzato a fine dell’Ottocento, circondato da un ampio parco, utilizza acque sulfuree e salsobromoiodiche. Oltre ad alcuni prodotti gastronomici famosi, come il formaggio squacquerone, che si sposa con le piadine, e la carne di castrato, bisogna ricordare che la cittadina è sede dell’Osservatorio nazionale sul miele, prodotto sulle colline insieme ai vini romagnoli.

Da Castel San Pietro è possibile risalire verso sud lungo la Valle del Sillaro, confine storico tra Emilia e Romagna, oppure avviarsi direttamente verso Dozza, fino a giungere a Castel del Rio, tappa d’arrivo in entrambi i casi. Dozza, centro medievale circondato da colline coltivate a vite dell’Albana, è sede dell’enoteca regionale dell’Emilia Romagna, ospitata nel palazzo Malvezzi-Campeggi. Il paese è anche sede della pinacoteca del Muro dipinto, collegata alla Biennale. Quasi al confine con la Toscana, Castel del Rio ricorda la secolare dominazione della famiglia Alidosi, con il castello, degli inizi del XVI secolo, sede del comune, del Museo della guerra e di quello del castagno.

Per riprendere la via Emilia, si scende verso Fontanelice, Borgo Tossignano e Tossignano, che conservano tutti vestigia del loro passato di borghi fortificati, fino a Imola, con una possibile sosta nella Riserva naturale del bosco della Frattona. Imola, famosa per il suo autodromo, presenta un centro storico ben conservato e ricco di monumenti, fra cui l’imponente rocca sforzesca e il settecentesco palazzo Tozzoni. La città fu tappa importante del viaggio in Romagna di Leonardo da Vinci, che ne disegnò la mappa nel 1502, divenuta oggi il logo della città.

Proseguendo verso est lungo la via Emilia, si raggiunge Castel Bolognese, centro vitivinicolo rilevante, che ricorda nel nome e nella struttura la sua funzione di avamposto difensivo della maggior parte della regione; nei pressi si trova l’antico canale dei Mulini, con il mulino Scodellino, che conserva ancora macchinari molitori d’epoca. La strada statale risale la valle del Senio e conduce a Riolo Terme, importante centro termale e di villeggiatura, ricco di frutteti e di vigneti e zona di produzione dello scalogno di Romagna. Esso conserva il nucleo medievale e la splendida rocca rinascimentale. Nel suo territorio si può ammirare una delle parti più suggestive dell’ampio complesso carsico della Vena del Gesso, come gli orridi di Rio Basino, dove grotte e anfratti, cavità tortuose, cascatelle e pozze d’acqua creano un paesaggio affascinante.

Proseguendo lungo la statale si arriva a Casola Valsenio, capitale italiana delle erbe e sede del Giardino delle erbe officinali, fra i maggiori d’Europa per estensione (4 ettari) e numero di piante coltivate, oltre che luogo di salvaguardia dei frutti dimenticati, come le giuggiole, le pere volpine e le mele della rosa. Il Giardino comprende anche un’olfattoteca, per imparare a riconoscere le diverse essenze. Grazie alla strada del valico, la cosiddetta strada della lavanda, che in primavera illumina di viola il paesaggio circostante, si arriva alla valle del torrente Sintria e quindi, costeggiando il Parco naturale del Carnè, alla valle del Lamone e di qui a Brisighella. Quest’ultima si ricorda per i vini e per l’olio d’oliva extravergine, inoltre presenta nelle chiese e nei monumenti l’antico volto medievale e rinascimentale. Non può mancare una passeggiata nella via degli Asini, antico loggiato della piazza comunale, che deve questo nome al passaggio di colonne di asini dirette alla Vena del Gesso.

Da Castel San Pietro Terme a Brisighella: lunghezza 112 km circa.