In Trentino Alto Adige lungo la via del commercio e della speranza
In Trentino Alto Adige lungo la via del commercio e della speranzaIl passo dei Tauri si trova nella punta settentrionale della penisola, sul confine che collega l’ultima valle italiana, la valle Aurina, con le regioni austriache. Oltre a essere una splendida pista per escursionisti, il cammino è un’importante testimonianza storica della seconda guerra mondiale ed è tra i sentieri transalpini più belli che hanno fatto la storia dell’Italia.
In passato il sentiero veniva utilizzato per il transito del bestiame: durante il periodo del disgelo carovane di muli cariche di merci di vario genere percorrevano questi incantevoli sentieri; viaggiavano verso sud pelli, lana e cera, mentre verso nord si spostavano vino, olio, seta, rame, spezie e cotone. Ancora oggi è mantenuta la funzione originaria del passo, in primavera gli allevatori della zona conducono i loro animali sulle cime degli alpeggi, per poi discendere ai villaggi solo all’inizio dell’autunno.
Dopo aver lasciato la macchina al parcheggio di Casere, località facilmente raggiungibile anche con l’autobus da qualsiasi centro della zona, ci s’incammina lungo il sentiero della Via Crucis, che conduce alla chiesa di Santo Spirito, consacrata da Nicola Cusano. La chiesetta, risalente al XV secolo, è la più settentrionale d’Italia. Vale la pena entrare per vedere il Crocifisso di legno dalla foggia estremamente realistica, gli affreschi del XVII secolo e la rappresentazione lignea della Trinità.
Superata la chiesetta, la mulattiera prosegue passando vicino a Fonte della Roccia, frazione del comune di Predoi e comincia a salire con numerosi tornanti. Siamo nel Parco Naturale Vedrette di Ries – Aurina, la punta più a nord della regione che si insinua già in territorio austriaco. Nel periodo estivo non è raro vedere i campi intorno alla cittadina ricoprirsi di fiori: qui si coltiva il papavero bianco, prodotto tipico della zona, utilizzato per aromatizzare i dolci locali come i Mohnkrapfen. Sono tipici della valle anche le maschere di legno e i pizzi al tombolo di tradizione viennese, espressione dell’artigianato locale.
La zona è inoltre famosa per le sue miniere: risalgono al XV secolo le prime testimonianze dell’attività di estrazione del rame nella zona di Predoi, bene prezioso che favorì lo stanziamento e la nascita d’insediamenti abitativi nella valle Aurina; l’estrazione mineraria durò fino alla fine dell’Ottocento, quando le gallerie furono chiuse. L’insieme dei giacimenti fa parte del Museo delle Miniere, allestito presso il granaio di Cadipietra, il centro dove veniva amministrato tutto il commercio della valle, con annesse le visite guidate alle gallerie. La più lunga, circa un chilometro, è quella di St. Ignaz, perfettamente conservata nell’antica struttura originaria: un trenino conduce i turisti, appositamente attrezzati con tanto di elmetto antinfortunistico, in un bellissimo tour nella miniera; il percorso è costellato di ricostruzioni realistiche di minatori al lavoro.
Procedendo lungo il cammino, il paesaggio diventa sempre più affascinante, dispiegandosi in uno scenario mozzafiato di tutta la valle. Dopo aver superato una fonte con un tabernacolo, uno stretto passaggio a rampa conduce fino al valico. Sancisce l’arrivo al passo un grande Crocifisso. Vediamo svettare sul confine tra Italia e Austria il picco dei Tre Signori che raggiunge circa 3500 metri di altezza, la Vetta d’Italia, la cima più settentrionale della penisola, e il Pizzo Rosso. Una volta giunti al passo ci troviamo a un’altezza oltre i 2500 metri.
Sulle rocce intorno al passo non possiamo non notare le numerose lapidi: alcune sono dedicate a coloro che hanno perso la vita nel tentativo di oltrepassare il valico, mentre altre ci ricordano un’importante fase della storia europea. Dopo la seconda guerra mondiale, il passo dei Tauri fu protagonista di una grande migrazione di ebrei:questo passaggio, infatti, era una delle poche strade che permettevano l’uscita dall’Europa. Nel 1947, in particolare, il passo fu percorso da migliaia di sopravvissuti dai campi di concentramento nella speranza di fuggire dall’Europa e riuscire a raggiungere la terra promessa. La maggioranza degli spostamenti avveniva di notte, di nascosto: una volta giunti in Italia la meta era poi Venezia, la città portuale che forse avrebbe permesso loro di imbarcarsi per l’oriente.
La Krimmler Tauern non è quindi solo un antico cammino di pietra tra vette spettacolari, pascoli, baite, mulattiere e muriccioli in pietra, ma anche un’importante testimonianza storica e soprattutto un luogo del ricordo.