Dai ricchi e confusi ragazzi di Beverly Hills Come è cambiato il modo di raccontare l'adolescenza nelle serie tv.
Dai ricchi e confusi ragazzi di Beverly Hills Come è cambiato il modo di raccontare l'adolescenza nelle serie tv.In principio furono Brenda e Brandon alle prese con l'inserimento nella snobbissima Beverly Hills 90210. Oggi è We are who we are, con Luca Guadagnino che racconta un'adolescenza multicolore e multigeografica, ma con gli stessi problemi che ci agitavano nel 1990. Adolescenza uguale confusione? Ancora sì, forse ora più che mai, dato che quelle poche certezze, la gelatina e gli ultimi tabù sono ormai un lontano ricordo (per fortuna). Quindi confusione ancora sì, sia bella che brutta. Nel corso dei decenni sceneggiatori, registi e produttori hanno cercato di raccontare tutte le sfaccettature di questa età difficile. Ecco le serie tv che hanno saputo farlo meglio.
Beverly Hills (1990)
Nell’autunno del 1990 andò in onda il primo episodio di una serie tv per ragazzi che iniziava con la famiglia Walsh, fresca di trasferimento dal Minnesota a Beverly Hills, California, nella borghesissima area residenziale 90210. Era una vera e propria soap oper aper adolescenti, che ha dato il la a tantissimi altri teen drama. Per dieci stagioni abbiamo osservato Brandon, Brenda, Dylan, Kelly & co. disperarsi per amore, parlare di Aids, di omosessualità, droga, alcolismo, razzismo, anoressia e violenza domestica. Nei suoi 293 episodi siamo cresciuti e ci siamo legati a quei ragazzi viziati eppure simili a noi. Per questo, alla morte di Luke Perry, tutti abbiamo sentito di aver perso uno di famiglia.
Dawson's Creek (1998)
Quattro ragazzi, l’amore, la scuola, il sesso. Sullo sfondo un pontile dove confidarsi i più oscuri segreti, piangere, innamorarsi. Sono questi gli ingredienti di Dawson's Creek, la serie tv che forse più di Beverly Hills 90210 ha segnato intere generazioni. Il teen drama creato da Kevin Williamson ci ha regalato ore e ore di sogni infranti, lacrime e batticuore tra Joey, Pacey, Dawson e Jen. L'adolescenza era ancora un tema molto serio, da trattare con delicatezza e romanticismo. Non si andava proprio a fondo su niente, ma si toccavano temi scottanti con una superficialità tutta anni Novanta. Le tribolazioni del cuore no, invece: in quelle ci immergevamo fino al collo, unendoci ai pianti disperati di Dawson.
Buffy L'ammazzavampiri (1997)
Per i Millennial adolescenti alla vigilia dei Duemila, Buffy L'ammazzavampiri è stata una vera e proprio ancora di salvezza per attraversare quel momento della vita e approdare nell'età adulta. Perché sia stata proprio una bionda ammazzavampiri a farlo è presto detto. Buffy salvava il mondo dai canini affilati.
Faceva ridere e dava un po' di tregua a chi viveva preda del male di vivere adolescenziale (per chi voleva aumentare la dose, c'era sempre Dawson's Creek). Buffy insegnava l'autoironia, dimostrava che studiare in biblioteca era una gran figata, che le streghe sono sempre state le più intelligenti e che ribellarsi al potere è un istinto molto comune tra adolescenti ma non solo. In più, il bacio lesbo tra Tara e Willow è forse stato uno dei primi trasmessi in tv, dando speranza a tutte coloro che sognavano di fare coming out. Sì, anche le ammazzavampiri vivono amori incasinati.
Una mamma per amica (2000)
A tenerci compagnia per 16 anni ci sono state le Gilmore Girls. Mamma e figlia abitano a Stars Hollow. Lorelai ha avuto Rory quando era ancora molto giovane. Le due sono praticamente cresciute insieme. La piccola cerca di contenere l'istinto e la vulcanicità della mamma con un comportamento responsabile e diligente, ma presto l'adolescenza fa sprizzare scintille tra le due. Cambiano fidanzati, battute, amori, ma mamma e figlia restano amiche inseparabili.
Glee (2009)
Nato come una commedia musicale su un coro di canto coreografato di una scuola superiore dell'Ohio, diretto principalmente ad un pubblico di adolescenti, Glee è riuscito a conquistare un pubblico molto ampio, collezionando record di ascolti mai visti prima, riconoscimenti dalla critica, premi come Golden Globe e Emmy. Glee dà voce ai ragazzi nascosti dagli altri show: i nerd, gli sfigati, i bullizzati, gli emarginati. I Gleeks, insomma.
Col tempo Glee ha affrontato temi sempre più importanti per i ragazzi: il coming out, il bullismo, la depressione, la violenza domestica, i dibattiti religiosi fino alla semplice paura del futuro. Alla terza stagione Glee sembra dare un taglio netto tra il classico periodo dell'adolescenza e l'ingresso nell'età adulta. Finiscono le superiori e, cambiando gli scenari, cambiano anche gli umori e le storie raccontate. Ci si concentra sugli studenti e la loro evoluzione, più che sugli insegnanti, che in questa serie cambiano poco.
Veronica Mars (2004)
A inizio anni Duemila, il teen drama con Kristen Bell in veste di sedicenne investigatrice privata aveva un folto seguito. Nel corso dei suoi 15 anni di attività, proprio come Beverly Hills 90120 e Dawson’s Creek ha fidelizzato i fan della liceale un po' sfacciata alla ricerca di enigmi da risolvere nella cittadina immaginaria di Neptune, California. I suoi piccoli casi, spesso sottratti all'agenzia del papà, l'hanno resa una piccola e graziosa Signora in Giallo. Ma gli adolescenti raccontati in Veronica Mars erano di tutti i tipi: ordinari e ricchi, ma tutti con gli stessi ingombranti traumi da gestire. L'intento del creatore Rob Thomas era quello di portare l'immagine dei Millennial in una serie tv: givoani mossi da rabbia e senso di ingiustizia, che vivono per smascherare e combattere situazioni immorali, sessiste e patriarcali, ma soprattutto corrotte e avvelenate da irresponsabili adulti.
Gossip Girl (2007)
Nel corso degli anni, anche con il ritorno della serie su Netflix, Gossip Girl è stata definita una serie per adolescenti. Ma la verità è che non è adatta ai più giovani. Primo perché il mondo in cui vivono i protagonisti è del tutto irreale. Ricchi sfondati, privi di buon senso, ripetono ciclicamente gli stessi errori. Si lanciano in amori scandalosi per poi pentirsene. Ma qualcosa da salvare c'è. Prima di tutto Gossip Girl invita le ragazze a prendersi cura di sé. Se le protagoniste si lanciano nello shopping selvaggio, ciò che arriva oltre lo schermo è almeno la voglia di togliersi la tuta, farsi una doccia e tenere i capelli in ordine.
Sex Education (2019)
Nel 2019 Netflix ha portato nelle nostre case una serie tv che non nasconde il suo verso scopo: raccontare tutte le difficoltà e le prime volte degli adolescenti sul sesso. Se negli anni Ottanta certe domande si facevano alla posta di Cioè (o almeno se ne cercavano le risposte tra le pagine), in Sex Education c'è una superba Gillian Anderson nei panni di Jean Milburn, e suo figlio Otis (Asa Butterfield) che cercano di salvare da dubbi e macroscopici errori la popolazione adolescente di un paesino del Regno Unito.
Stranger Things (2016)
Hawkins, anni Ottanta. Un gruppo di amici, poco più che ragazzini, si trovano ad affrontare eventi soprannaturali. In seguito alla misteriosa sparizione di uno di loro, il gruppo di bambini incontra Undici, una bambina con poteri speciali che li guida nel Sottosopra. Giunta ormai alla terza stagione (con una quarta in stand-by), Stranger Things racconta i protagonisti della serie in piena adolescenza. Tanti riferimenti anni Ottanta e atmosfere horror, ma anche la consapevolezza dei ragazzi di essere cresciuti, di non essere più dei bambini e quindi di non poter più nascondere la testa sotto la sabbia. Ed è quando si realizzano queste cose che spuntano i primi baci, i primi litigi, i primi lavori e i primi addii. Nonostante l'ambientazione, tra i problemi di adolescenti cresciuti negli anni Ottanta, soprannaturale a parte, non spiccano poi tante differenze rispetto a quelle di ogni epoca precedente.
The Umbrella Academy (2019)
The Umbrella Academy prende le mosse dal famoso fumetto firmato dal cantante dei My Chemical Romance Gerard Way e racconta la storia di un eccentrico gruppo di supereroi. È vero, li incontriamo quando sono adulti, ma Luther (Tom Hopper di Black Sails), Diego (David Castaneda), Allison (Emmy Raver-Lampman), Vanya (Ellen Page), Klaus (Robert Sheehan) e Numero 5 (Aidan Gallagher) non sono altro che ex bambini speciali. Adottati da un alieno in incognito di nome Sir Reginald Hargreeves, i bambini crescono e, nel raccontare il loro passato, rivelano traumi, incertezze, gelosie e desideri che solo il cuore di un adolescente può conoscere e ricordare.
We are who we are (2020)
«Da quando sei arrivato, è tutto così confuso...».
«Confuso bello o confuso brutto?».
Non è questo forse lo stato d'animo più diffuso tra tutti gli adolescenti di ogni tempo? Concludiamo la nostra rassegna proprio da dove abbiamo iniziato: la visione dell'età giovanile secondo Luca Guadagnino. We are who we are si concentra sulle vite di due adolescenti americani che vivono in una base militare statunitense a Chioggia, nel 2016. Ma potrebbero essere ovunque e di qualsiasi nazionalità, perché essere giovani è una cosa che capita a qualsiasi latitudine.
Jack Dylan Grazer interpreta Fraser, un quattordicenne timido e introverso, che da New York si trasferisce in una base militare in Veneto con la madre Sarah (Chloë Sevigny) e la compagna Maggie (Alice Braga), entrambe in servizio nell'esercito statunitense. Jordan Kristine Seamón interpreta Caitlin, un'adolescente apparentemente spavalda e sicura di sé che vive da anni con la sua famiglia nella base e parla italiano. Attorno a loro un gruppo di amici, ognuno alle prese con la propria personalità in divenire, i propri crucci e le proprie confusioni belle e brutte.
Foto apertura: Facebook - @Netflix