Intervista esclusiva ad Alexia: Dai successi degli anni novanta al trionfo di Sanremo con "Dimmi Come" e "Per dire di No" fino al rapporto con Re Giorgio Armani.
Intervista esclusiva ad Alexia: Dai successi degli anni novanta al trionfo di Sanremo con "Dimmi Come" e "Per dire di No" fino al rapporto con Re Giorgio Armani.Cosa vi viene in mente se vi diciamo Uh la la? o The Summer is crazy? O ancora Happy, oppure Me and You? Ve le ricordate quelle estati e quei Festivalbar? Se vi dico compilation rossa e compilation blu cosa vi viene in mente?
Per chi, come noi di Generazione X, ama gli anni Novanta, Alexia è stata una regina indiscussa di quegli anni. Dal 1995 in poi, le estati erano dominate dalle sue canzoni, che diventavano subito, già a giugno, dei tormentoni estivi. Quando arrivava Alexia al Festivalbar c’erano bagni di folla in piazza – oggi sembra impossibile solo a pensarci, è vero! - e ragazzini cantavano e ballavano con lei sotto al palco i suoi brani. Bastava sentire il jingle delle sue canzoni negli spot del Festivalbar su Italia Uno per capire che si potevano lasciare da parte i libri e far partire l’estate.
Oggi Alexia è una cantante, una mamma e una moglie felice. La sua carriera, partita con le hit dance in inglese, è poi decollata negli anni Duemila con successi del calibro di Dimmi Come e Per dire di No, che vinse il Festival di Sanremo nel 2003. Da allora ad oggi ci sono stati per la cantante ligure tanti festival, tante apparizioni in tv, tanti dischi e un matrimonio importante con Andrea Camarana, che è legato sia alla famiglia Armani che alla famiglia Agnelli. E anche un parente calciatore!
In questa lunga intervista Alexia ha ricordato con noi i suoi anni Novanta, i tantissimi successi e ci ha raccontato qualcosa in più su di lei e sulla sua famiglia, che comprende anche Re Giorgio Armani.
Ciao Alexia, come sono stati i tuoi anni Novanta? Da “The Summer is Crazy” a “Me and you” hai fatto ballare una generazione.
Ho dei ricordi bellissimi perché rappresentano dei momenti in cui sono riuscita a realizzare il mio sogno, ossia quello di diventare una cantante professionista e vivere del mio lavoro. Sono anche riuscita a farlo in una lingua diversa dall’italiano. Amavo la lingua inglese e mi piaceva il suono della mia voce cantato in inglese. Credo che gli anni Novanta racchiudessero in sé un momento di positività, ero più incosciente e concentrata su me stessa, non seguivo la politica, era un momento in cui economicamente il nostro Paese stava bene. Ho proprio dei bei ricordi soprattutto dal punto di vista delle atmosfere. Ricordo le discoteche sempre piene e la gente con tanta voglia di divertirsi. Le canzoni procuravano emozioni anche se erano pezzi fatti per evadere. Ci sono ancora dei ragazzi che mi dicono che grazie alle mie canzoni sono riusciti a fare scelte di vita importanti, come il coming out o decidere di trasferirsi all’estero per lavoro. Nella loro semplicità le mie canzoni hanno dato molta forza alle persone che mi seguivano.
Fino a qualche anno fa estate era sinonimo di Alexia e di Festivalbar. Tu hai partecipato più volte a quella manifestazioni. Che ricordi hai di quelle estati e di quei bagni di folla?
Sembra una vita fa. C’è stata la Belle Époque, la seconda guerra mondiale... sembra una fase storica! È cambiato il mondo, perché il Festivalbar era per me, anche da telespettatrice quando lo guardavo, un momento in cui dopo aver ascoltato per tutta la primavera alcune canzoni riuscivi a dare un volto alla musica e a questi brani. Non c’era allora l’immediatezza dell’immagine. Si aspettava l’estate e si aspettava il Festivalbar per consacrare un sogno e per ascoltare la canzone che magari era la colonna sonora della tua storia d’amore. È diventato veramente speciale nel mio cuore quando sono diventata famosa e ho iniziato a fare le promozioni delle mie canzoni al Festivalbar. La possibilità per una ragazza che veniva da una piccola cittadina di provincia come me di vedere i grandi della musica era impagabile. Ero riuscita a condividere i camerini con artisti che avevo visto solo in televisione.
Qualche nome?
Ho visto tutti i grandi: Renato Zero, Zucchero, Pino Daniele, Ligabue, Vasco Rossi! Davvero tutti passavano di li! C’erano anche gli artisti internazionali, come Sting o i Simple Minds. Vedevi tutti questi personaggi e ti cascava la mascella!
Negli anni novanta le tue canzoni erano soprattutto dei tormentoni estivi. Oggi in estate se la giocano spesso Giusy Ferreri, Baby K, i Boomdabash, Alessandra Amoroso. Che cosa ti piace? Hai un po’ di nostalgia di quelle estati con le tue canzoni quando ascolti le nuove hit?
Devo essere sincera. Alcuni mi piacciono, altri no. È una questione stilistica. Oggi c’è questa tendenza a fare tutto con una base ritmica di Reggeaton, che non amo particolarmente. Se devo scegliere preferisco di più la musica che va a cogliere le radici africane, mi piace di più quello che fa Ghali o che fa Mahmood, stilisticamente parlando. Ogni tanto sono nostalgica anche io, sono un essere umano e ho un cuore…mi piacerebbe avere un tormentone estivo. Alla mia età però forse avere un tormentone estivo suonerebbe un po’ ridicolo. Sarebbe bello avere un brano che suo malgrado diventa tormentone semplicemente perché entra nel cuore delle persone, perché è un brano onesto e può rappresentarmi in questo momento. Chissà, magari…
Recentemente è uscita una nuova versione di “Me and You” realizzata per l’ultimo album di Achille Lauro “1990”. Com’è stato collaborare con lui?
Ho trovato questa nuova versione molto divertente. Mi piace Achille Lauro come personaggio, è molto astuto e intelligente. Quando mi ha fatto questa proposta ho accettato di buon grado. È stato bello vedere come sono riusciti a prendere la mia melodia e rielaborarla con queste sonorità contemporanee. Ha dato una seconda vita alla canzone, non è poco!
Il 2002 è l’anno del tuo primo Festival di Sanremo. Canti Dimmi come e per un soffio non vinci. Però è un trionfo, tutta l’Italia sapeva a memoria il ritornello della tua canzone. Ti è dispiaciuto?
Ho un ricordo bellissimo, fu un’annata pazzesca. Ero partita con il motto “O la va o la spacca, non ho nulla da perderci, quello che succede succede!". Avevo tra le mani questo pezzo molto divertente, ma in inglese. Mi dissero tutti di provare a tradurre in italiano il brano, anche se essendo nato in inglese era dura che potesse esser bello anche in italiano. Quando ho sentito che c’era la possibilità di presentare il brano a Sanremo, ho capito che dovevo trovare una soluzione. E ricordo che uscii a fare un giro in riva al mare – all’epoca vivevo ancora in Liguria – e lasciai un po’ decantare la cosa. Ho pensato “Qualcosa succederà!”. Mi venne in mente poi la frase “dimmi come posso fare a salvare il tuo cuore”. Dico la verità: non mi ha assolutamente dato fastidio non vincere, per me era già una grande vittoria essere tra i primi cinque o i primi dieci. Percepivo che il brano piaceva alla gente, non era importante la posizione in classifica.
Quasi come fosse un risarcimento, l’anno dopo vinci con “Per dire di No”.
Bhe sì, non dico che fosse una vittoria telefonata, ma in quel caso dovevo solo farmi squalificare per non raggiungere il podio! Era difficile immaginare un esito diverso perché, ascoltando un po’ le canzoni degli altri, tutti i giornalisti mi dicevano che non c’era storia e che la canzone era molto bella. Dopo aver portato nell’edizione precedente una canzone molto movimentata, ero felice di portare l’anno dopo una ballad. Io volevo cantare le ballad e quella fu la ciliegina sulla torta: poter cantarne una in puro stile americano, in italiano, sul palco più bello d’Italia (e forse d’Europa)!
Lo guarderai il prossimo Sanremo?
Certo, lo guardo sempre! Sono un’italiana che ama Sanremo da quando ne ha scoperto l’esistenza! Mi rendo conto che sia un’edizione difficilissima e particolare, ma lo guarderò perché sono curiosa di sentire questa nuova ondata di giovani. Sono molto colpita da loro, alcuni li conosco personalmente e voglio vedere cosa porteranno. Saranno cinque giorni in cui cercheremo di evadere da questa situazione legata alla pandemia.
Chi conosci tra i partecipanti del prossimo Sanremo e chi ti piace di più?
Wrongonyou, tra i giovani, perché è un ragazzo con un talento incredibile. Mi piacciono i ComaCose e i Maneskin che sono molto bravi. Sono curiosa di vedere tutti questi artisti che arrivano dal mondo indie. Ci sono anche bellissime voce, da Arisa a Noemi a Malika Ayane che faranno sicuramente bene. Sono delle professioniste. Sono curiosa di vedere la nuova scena musicale italiana indie-pop.
Sei mamma di due figlie e sei sposata con Andrea Camerana, legato sia alla famiglia Armani che alla famiglia Agnelli. Che rapporto hai con queste famiglie così importanti? Hai anche un parente calciatore e allenatore, Alberto Aquilani.
Ho scoperto di avere un parente calciatore quando ho visto una sua fotografia e ho notato che è identico ai miei cugini. Quindi ho chiesto in famiglia ed era effettivamente lui. Non abbiamo mai avuto nessun contatto se non qualche volta, quando eravamo più piccoli. Viviamo anche in due parti diverse d’Italia. Per quanto riguarda le due famiglie, come per tutte le famiglie ingombranti, abbiamo due rapporti normali, forse più frequenti dalla parte Armani perché mia suocera è un’Armani e ci sono più contatti da quella parte li. Purtroppo il papà di Andrea, del ramo Agnelli è mancato molto presto, come il mio del resto, e ci sono contatti ma non così frequenti, solo con i più vicini, con i cugini e la cognata che vivono a Milano. È tutto molto normale, ci si vede e si mangia insieme. Ci scambiamo i regali e mandiamo messaggini. Cose proprio normali.
E con Re Giorgio Armani che rapporto hai?
Ultimamente sono più sciolta. All’inizio ero molto più in imbarazzo perché avevo di fronte questo “gigante”! Ora ho sposato suo nipote, gli ho dato due figlie, non è mai successo nulla, ci siamo sempre comportati bene, abbiamo superato alla grande anche il lockdown e non era una cosa scontata! Abbiamo un rapporto confidenziale ed è molto carino.
Il tuo ultimo singolo “Come la vita in genere” è uscito nell’aprile del 2019. Quando arriva il nuovo disco?
Ho tanti nuovi progetti in lavorazione. Sicuramente nel mio futuro immediato c’è la realizzazione di almeno due singoli nuovi e sicuramente un nuovo album. Devo ancora capire se oggi sia importante fare un nuovo album tutto d’un colpo o farlo dopo. Sto scrivendo e sto pensando a delle cose che non vedo l’ora di poter finalizzare in studio. Dopo un anno di stop ho tanta voglia di raccontare e di esprimermi anche sotto forme diverse. Mi sono resa conto che mi piace ancora sperimentare, mi piace ancora mettermi in gioco, anche con sonorità più moderne. Non voglio più spaventarmi se un brano è arrangiato in modo troppo elettronico e pensare che sia una cosa che possa fare solo un giovane. Posso farlo anch’io! Cercherò di fare un disco di inediti, che mi soddisfi fino in fondo, come è stato “Quell’altra”, il mio ultimo disco del 2017. La necessità è anche quella di presentare poi il disco una volta uscito al pubblico con i concerti e oggi non è semplice. Bisogna aspettare un attimo e capire come andrà.
Quando non fai musica, cosa fai nel tempo libero?
Faccio ginnastica tre volte la settimana, mi piace e mi fa stare bene. Studio le lingue e lo considero tempo per me, spazio per me stessa. Proprio quando voglio staccare ed evadere, leggo libri e guardo serie tv!
Foto credits: Alexia/Positive Alive