Il binge watching è una pratica sempre più diffusa sia tra i giovanissimi che tra gli adulti, soprattutto a causa dell'ampiezza del fenomeno-Netflix e dello streaming on demand.
Il termine è un neologismo che deriva dall’unione della parola "binge", che in inglese significa appunto abbuffata o gozzoviglia, e "watching", ossia visione.
Fare binge watching vuol dire infatti guardare consecutivamente e per diverse ore, senza sosta, i diversi episodi di una serie televisiva.
Si tratta di una sorta di maratona televisiva che alla lunga può non essere assolutamente salutare.
Infatti guardare, anche per venti ore di seguito, una serie televisiva può far perdere la cognizione del tempo, crea dipendenza, causa disturbi del sonno e peggiora le relazioni sociali con le altre persone, perché si finisce con il fare una vita sedentaria, richiudendosi tra le mura domestiche.
Inoltre guardare per troppo tempo lo schermo televisivo disidrata e rende doloranti gli occhi.
Secondo alcuni ricercatori, il desiderio di guardare così tanta televisione deriva da una reazione chimica cerebrale simile a quella conseguente all'assunzione di droghe.
Quando si fa binge watching si verifica un'attività neurale che passa dall’emisfero cerebrale sinistro a quello destro, favorendo il rilascio di endorfine che fanno rilassare lo spettatore e lo inducono a desiderare di prolungare questa esperienza.
Nel mondo ci sono milioni di persone che praticano ogni giorno il binge watching, un’attività che è tornata in auge negli ultimi anni con l’arrivo di Netflix e le altre emittenti video on demand.
In realtà il binge watching esiste fin dagli anni ’40, quando le emittenti tv mandavano in onda le prime maratone televisive.
Queste poi sono divenute un’abitudine consueta tra gli anni 1970 e 1980, soprattutto per serie tv cult come Star Trek e Ai confini della realtà.