La perfomer piacentina Chiara Bersani ha vinto il premio Ubu 2018 come miglior attrice under 35: storia di una donna che ha messo l'amore per l'arte davanti a ogni cosa e ogni difficoltà.
La perfomer piacentina Chiara Bersani ha vinto il premio Ubu 2018 come miglior attrice under 35: storia di una donna che ha messo l'amore per l'arte davanti a ogni cosa e ogni difficoltà.Chiara Bersani ha dedicato il suo ultimo spettacolo all'unicorno, un animale "Fragile. Sradicato. Perfetta vittima sacrificale per chiunque desideri riempirlo di significati". Anche l'attrice piacentina è un po’ un unicorno, perché unica nel suo essere donna contro gli stereotipi, attrice, narratrice ed esploratrice.
Chiara Bersani è stata insignita del Premio Ubu come miglior attrice/performer under 35. Per l'occasione, ha tenuto un discorso che ha tentato, come un astronauta fa con un nuovo pianeta, di dare un nuovo nome a un mondo senza stereotipi.
All’unicorno Chiara ha dedicato il suo ultimo spettacolo, “Gentle Unicorn”, un modo per raccontare un "simbolo" e "risarcirlo dei torti subiti. Regalargli una storia, un amore, una scelta". Il suo percorso formativo serpeggia tra teatro, danza contemporanea e Performing Art.
Lei, classe 1984, affetta da una forma medio-grave di osteogenesi imperfetta, si interessa al significato politico dei corpi e da tempo porta avanti una ricerca in cui poesia e politica si mescolano, come è successo nel suo discorso di ringraziamento pronunciato al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, dove ha ritirato il riconoscimento.
"Se io, con il mio corpo disabile oggi sono qui, a ricevere un riconoscimento così prezioso, è perché qualcuno da chissà quanti anni ha iniziato lentamente a smussare gli angoli di un intero sistema. Se il mio corpo è qui è grazie a tutti i maestri che hanno scelto di accogliermi come allieva anche se questo significava adattare i loro metodi ai miei movimenti. È grazie ai registi, ai coreografi, ai curatori, ai colleghi attori e performer che hanno abbracciato la specificità della mia forma. È grazie a chi inizialmente non era d’accordo e poi ha cambiato idea".
Da tempo Chiara è al lavoro sul concetto di “Corpo Politico”, un cammino etico, intellettuale e creativo nato con la compagnia di Parma Lenz Rifrazioni. Dal 2013 l'attrice ha poi proseguito la sua ricerca da sola. Nel suo discorso non è mancato l'accento sulla necessità di prendere decisioni in tema di pari opportunità a livello nazionale.
"I premi servono ad aprire questioni e io vorrei che si iniziasse a riflettere in maniera più strutturata sull’importanza di rendere veramente accessibile la formazione per attori e performer anche a corpi non conformi. Vorrei che sempre più autori, curatori, registi e coreografi iniziassero a vedere nella variabilità della forma un potenziale e non solamente un rischio. Vorrei che si uscisse dal pensiero narrativo – naturalistico per cui uno spettacolo contenente un attore appartenente a una qualsiasi minoranza debba necessariamente affrontare tematiche relative ad essa".
Chiara Bersani si sente un'astronauta. Come loro vive l'euforica solitudine di quando ci si avvicina a un nuovo pianeta. Il suo è quello in cui si cerca di vivere una migliore comprensione delle persone con disabilità. Quando si scoprono esseri di talento, non sono eccezioni, ma solo persone dal "corpo non conforme", e quindi non eccezionali se primeggiano, come è successo a lei.
Questo premio è per lei una bandierina, che segna una linea di partenza, che dà il via a un nuovo tempo: quello in cui Chiara Bersani non è più un'eccezione.
"Oggi desidero leggere questo premio come un’assunzione di responsabilità da parte del teatro italiano nei confronti di tutti quei corpi che per forma, identità, appartenenza, età, provenienza, genere faticano a trovare uno spazio in cui far esplodere le loro voci".
Foto di apertura: Roberta-Segata