L'attrice ha sempre lottato contro gli stereotipi legati alla figura delle donna nera nei film. Per questo è stata anche la prima afroamericana a vincere l'Oscar alla carriera. È morta a 96 anni
L'attrice ha sempre lottato contro gli stereotipi legati alla figura delle donna nera nei film. Per questo è stata anche la prima afroamericana a vincere l'Oscar alla carriera. È morta a 96 anniStar amata da Miles Davis, bellissima e impegnatissima a dimostrare che le donne nere erano molto più di un cliché, anche al cinema. La vita di Cicely Tyson, morta all'età di 96 anni, è un manifesto di attivismo politico. L'attrice è stata una figura rivoluzionaria a Hollywood, grazie al suo ferreo rifiuto di interpretare parti di cameriere, drogate o prostitute, ruoli che ha sempre giudicato lesivi per l'immagine che il cinema voleva restituire delle sue sorelle di colore. Candidata agli Oscar nel 1973 per Sounder, ne aveva poi ricevuto uno - altrettanto rivoluzionario - alla carriera. È stata la prima donna di colore a portare a casa tale riconoscimento dall'Academy.
Chi era Cicely Tyson
Nata ad Harlem il 19 dicembre 1924, Cicely Tyson cresce con la mamma Frederica, domestica, e il papà William Augustine Tyson, tuttofare arrivato negli Stati Uniti il 4 agosto 1919. La vita della gente di colore le è ben nota e combatterà in tutti i modi per cambiarne la rappresentazione sul grande schermo.
Il matrimonio con Miles Davis
Tyson ha una figlia all'età di 17 anni. Nel 1942 sposa Kenneth Franklin, ma lui l'abbandona dopo diciotto mesi di matrimonio. L'unione fu poi ufficialmente sciolta solo nel 1956. Ma negli anni Sessanta Cicely Tyson si lega al trombettista jazz Miles Davis, proprio nel momento in cui lui divorzia dalla ballerina Frances Daivs. Il jazzista, sedotto dalla bellezza di Cicely, usa una sua foto per la copertina del suo album Sorcerer nel 1967. Nello stesso anno dichiara di voler sposare Tyson, ma l'anno dopo lui finisce all'altare con la cantante Betty Davis.
Ma l'amore tra i due non finisce. Vivono una seconda primavera nel 1978. Dieci anni dopo la loro rottura si ritrovano e si sposano il 26 novembre 1981, con una cerimonia celebrata a casa dell'attore Bill Cosby. Ma il rapporto tra i due è burrascoso a causa del carattere instabili e delle infedeltà di Davis. Lei chiede il divorzio nel 1988 e lo ottiene un anno dopo. Nel 1991 Davis muore, non prima di aver dichiarato che durante la loro storia d'amore Cicely Tyson gli aveva salvato la vita e lo aveva aiutato a superare la sua dipendenza da cocaina.
La carriera
Scoperta da un fotografo della rivista Ebony, diventa una modella di moda di successo. Ma il mondo dello spettacolo presto si accorge di lei e, attraverso il teatro e la televisione, trova la sua strada per diventare una stella e lavorare per oltre settant'anni. La sua grande occasione per il cinema arriva grazie a un ruolo in Carib Gold, nel 1956.
La nomination all’Oscar nel ‘73 e Pomodori verdi fritti
Nel 1972 è nel cast di Sounder. Grazie al ruolo di Martin Ritt, nel 1973 riceve una nomination sia per l'Oscar sia per il Golden Globe come miglior attrice. Sfiora soltanto questi ambitit traguardi, ma nel 1974 riceve la gloria che merita. Grazie al film per la tv Autobiografia di Miss Jane Pittman vince due premi Emmy. Il suo ruolo era quello di una donna nera nata durante gli anni della schiavitù, che in vecchiaia vede sorgere i movimenti per i diritti civili degli anni Sessanta.
All'inizio degli anni Novanta recita nel film per la quale tutti oggi la ricordano: Pomodori verdi fritti alla fermata del treno. Qui interpreta il ruolo di Sipsey, personaggio che intreccia la sua vita alle quattro storie che compongono il film, in cui si cerca di difendersi dalle insidie della vita moderna con l'amicizia e l'amore.
Tra i film girati negli anni Novanta, vanno menzionati Hoodlum (1997) e Diary of a Mad Black Woman (2005), oltre ai film per la televisione Oldest Living Confederate Widow Tells All (1994, per cui ha vinto il suo terzo Emmy) e A Lesson Before Dying (1999). Nel 2005 recita anche in Because of Winn-Dixie. Nel 2011 è una delle protagonista dell'acclamato The Help, dove interpreta Constantine Jefferson. Nel 2013 riceve un Tony Award per il suo ruolo di Miss Carrie Watts in The Trip to Bountiful.
Cicely Tyson e le serie tv
La carriera di Cicely Tyson deve molto alle serie tv. Infatti, all'inizio degli anni Cinquanta debutta come attrice nella serie televisiva della NBC Frontiers of Faith. È la prima donna afroamericana a recitare in un dramma televisivo grazie alla serie East Side / West Side, nella metà degli anni Sessanta. Dal 1977 al 1986 prende parte a mini serie e telefilm più volte premiati agli Emmy, come Roots, King, The Marva Collins Story e Samaritan: The Mitch Snyder Story. Ma il suo talento per il piccolo schermo non è stato dimenticato: di recente aveva preso parte anche alla serie tv House of Cards.
Contro i cliché razzisti di Hollywood
Cicely Tyson è diventata famosa per aver sempre rifiutato di riprodurre sul piccolo e grande schermo ruoli stereotipati, legati alle donne di colore. Ha sempre rifiutato di interpretare cameriere, prostitute o tossicodipendenti. Ne è la dimostrazione anche il suo ruolo nella serie tv Sweet Justice, in cui interpreta il procuratore e attivista per i diritti civili Carrie Grace Battle, un personaggio che ricalca l'avvocatessa e attivista Dovey Johnson Roundtree.
Forse anche per questo ha ricevuto moltissime onorificenze, tra cui un posto nella Black Filmmakers Hall of Fame nel 1977, la Presidential Medal of Freedom da parte di Barack Obama nel 2016 e nel 2018 l'ambito premio Oscar alla carriera, diventando di fatto la prima donna afroamericana a ricevere tale riconoscimento. Nello stesso anno è stata anche inclusa nell'American Theater Hall of Fame e nel 2020 nella Television Hall of Fame.
Tra le sue frasi più famose ce n'è una che restituisce l'immensa forza di questa pioniera delle lotte per la cancellazione delle disuguaglianze ad Hollywood. «Nel momento in cui qualcuno ti disprezza devi renderti conto di quanto vali: nessuno si prenderebbe la briga di darti fastidio se non rappresentassi una "minaccia"».
Immagine di apertura: LaPresse