Nutrire un neonato è un lavoro da mamma? Tutt’altro: il papà può essere di grande aiuto già durante l’allattamento, e ancor più quando si passa al biberon.
Nutrire un neonato è un lavoro da mamma? Tutt’altro: il papà può essere di grande aiuto già durante l’allattamento, e ancor più quando si passa al biberon.Per fortuna ci siamo abbondantemente lasciati alle spalle i tempi in cui esistevano “compiti da papà” e “compiti da mamme”. Oggi la cura del bebè è sempre più condivisa, nei suoi momenti dolci e buffi ma anche in quelli un po’ stressanti, coliche e notti in bianco in primis. Certo, se solo gli uomini potessero allattare, allora sì che sarebbe possibile spartirsi il lavoro perfettamente a metà! In realtà il partner può davvero fare la differenza anche in questa fase così delicata.
Il supporto del papà durante l’allattamento al seno
Per i primi sei mesi di vita, l’unica che può nutrire il piccolo è necessariamente la neomamma (e nulla vieta di continuare l’allattamento al seno anche più a lungo, in assenza di particolari controindicazioni). Ma questo non significa che il papà sia inutile, anzi! La Leche League gli suggerisce di:
- Mantenere il più possibile uno stretto contatto fisico con il neonato, per fargli sentire tutto il suo affetto.
- Portarlo dalla mamma quando è arrivata l’ora della pappa.
- Accoglierlo dopo la poppata, facendolo sdraiare sul proprio petto o sulla propria spalla.
Mentre la partner sta allattando, possono darle grande sollievo gesti semplici come quello di sistemarle i cuscini e, magari, portarle qualcosa da mangiare o da bere. E nelle piccole o grandi fasi di crisi (che prima o poi capitano a tutti!) è tutta un’altra cosa essere in due, per rassicurarsi e farsi forza a vicenda.
Come scegliere il biberon: vetro o plastica?
Quando arriva il momento del biberon il papà si può finalmente sbizzarrire. Ma attenzione, perché non è sempre tutto intuitivo come sembra. Innanzitutto, quale scegliere tra le decine e decine di modelli in commercio? Ecco i pro e i contro dei due materiali più diffusi:
- Il biberon in plastica è pratico, leggero e resistente, ma rischia di liberare sostanze nocive se è usurato o sottoposto a temperature troppo alte. È bene quindi scaldare a parte i liquidi in un contenitore di vetro o metallo per poi versarli in un secondo momento, non bollenti. Gli sterilizzatori più sicuri sono quelli a freddo e le tettarelle di silicone vanno lavate a mano.
- Il biberon in vetro è un po’ più pesante e può rompersi quando cade a terra. Fatta eccezione per questi piccoli svantaggi, è un materiale molto più sicuro, tant’è che può essere usato ad alte temperature senza temere alcuna conseguenza. Un biberon in vetro può essere messo in lavastoviglie centinaia di volte e mantenersi impeccabile per anni!
Quando togliere il biberon
Il biberon è senza dubbio molto comodo, ma ciò non significa che sia saggio usarlo fino all’età delle scuole elementari. Fermo restando che ogni bambino segue il suo percorso di autonomia, che non può essere stravolto o forzato, i genitori dovrebbero porsi l’obiettivo di togliere il biberon entro i 24 mesi di età. Con dolcezza e procedendo per gradi, com’è giusto che sia. Una buona tecnica è quella di razionarne l’uso, magari limitandolo al mattino e alla sera. Per tutto il resto della giornata il bimbo può bere da una tazza dotata di beccuccio morbido, da togliere quando si avvicina all’anno di vita.
Ma perché è così importante liberarsi piano piano da quest’abitudine? Perché un uso troppo prolungato del biberon è stato associato all’insorgere di carie, soprattutto quando succhi di frutta e bevande dolci diventano una coccola che calma i capricci e concilia il sonno. L’effetto combinato degli zuccheri e della suzione, infatti, fa proliferare i batteri.
In sintesi, ben venga il biberon, ma con criterio. Anche per questo passaggio, che senza dubbio sarà accompagnato da qualche irrefrenabile attacco di pianto, l’affettuosa fermezza del papà può fare grandi cose!