Sempre più spesso negli ultimi anni si sente parlare di autosvezzamento, una pratica che alcuni genitori accolgono con entusiasmo mentre altri rifiutano categoricamente. Di cosa si tratta? L'autosvezzamento consiste nello svezzare il bebè non attraverso le classiche pappe ma attraverso l'introduzione di alimenti solidi diversi.
Innanzitutto è bene tenere presente che, almeno nella fase iniziale dell'autosvezzamento, il cibo non sostituisce la poppata ma va aggiungersi ad essa.
L'idea di base è infatti quella di permettere al piccolo di avvicinarsi al cibo in modo libero, seguendo il suo sviluppo e assecondando il suo piacere di scoprire nuovi alimenti.
Un aspetto fondamentale è infatti l'abitudine di far stare il piccolo a tavola con mamma e papà in modo che possa gradatamente avvicinarsi al "cibo dei grandi", esprimendo le sue prime preferenze e curiosità: un cucchiaino di riso, un maccherone tagliato a pezzetti, verdure, frutta...
Poco alla volta, quindi, gli assaggi diventeranno un vero e proprio pasto che potrà sostituire la poppata.
Naturalmente, se mamma e papà sono intenzionati a provare l'autosvezzamento, è importante che prestino molta attenzione a ciò che portano in tavola: cibi freschi e genuini devono infatti essere alla base della loro alimentazione.
Tra i vantaggi dell'autosvezzamento c'è indubbiamente quello di non creare traumi al bambino consentendogli di avvicinarsi al cibo in modo molto naturale e spontaneo. Tuttavia molte mamme si sentono più sicure ad affronatre il momento dello svezzamento con una schema preciso da seguire e proponendo al piccolo una pappa preparata appositamente per lui.
Per questo non esiste una regola universalmente valida: l'importante è infatti che ciascuna mamma segua il suo istinto e affronti la delicata fase dello svezzamento nel modo che ritiene più adatto a lei e al suo piccolo.