Appena nati i bambini presentano i polmoni ripiegati su sé stessi in quanto non si sono mai riempiti d’aria. Effettuando il primo respiro i polmoni si gonfiano d’aria e ciò causa dolore: il neonato piange perché sente male. Quando l’ossigeno arriva nei polmoni si verifica un piccolo trauma che provoca il pianto, inoltre il bambino grida perché sotto la spinta dell’aria le corde vocali vibrano. Il fatto che il bambino appena nato pianga è dunque un ottimo segnale perché significa che ha iniziato a respirare autonomamente: respiro dopo respiro l’aria entra nei polmoni dilatandoli. Ci sono poi altri fattori che spingono il neonato appena partorito a piangere: fino a quel momento ha vissuto nell’ambiente ovattato e protetto dell’utero materno ma, una volta uscito, viene colpito dalle luci della sala parto che possono infastidire gli occhi e dal tono alto delle voci di chi è presente che provocano disturbo alle orecchie. Nei giorni successivi, invece, il neonato piange per comunicare un bisogno o un malessere.
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