Educazione
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Come conoscere le Fattorie didattiche

Le fattorie didattiche aprono le porte, un'occasione festosa per insegnare ai bambini il rapporto con la terra e i suoi prodotti.

Le fattorie didattiche aprono le porte, un'occasione festosa per insegnare ai bambini il rapporto con la terra e i suoi prodotti.

Domenica 30 settembre torna puntuale l’appuntamento con le Fattorie didattiche della Lombardia. Una giornata dedicata ai bambini e alle famiglie per far conoscere l’attività delle Fattorie didattiche e per trascorrere una giornata di festa nelle campagne della regione.

  • Quest'anno il tema della giornata sarà “dalla terra alla tavola” e parteciperanno all'iniziativa 86 Fattorie

Dalla montagna alla pianura, bambini e adulti potranno entrare nel “cuore” agricolo della Lombardia e visitare le cascine, avvicinare gli animali, entrare nei campi e negli orti e scoprire dove nascono cereali, frutta, ortaggi ma anche fiori e piante ornamentali. Potranno sperimentare i processi di trasformazione e conoscere la strada che i prodotti agricoli compiono per diventare il cibo che mangiamo.

In Lombardia sono 185 le aziende Fattorie didattiche e sono impegnate a rispettare la Carta della Qualità

  • In tutte le fattorie che aderiscono ci saranno laboratori, degustazioni, giochi, percorsi nella natura, visite ai musei agricoli. E siccome molte fattorie sono anche agriturismi, si può anche approfittare per trascorrere un ultimo weekend estivo, fermandosi per la notte oppure fermandosi a pranzo o a cena.

Il progetto delle Fattorie didattiche, giunto al suo undicesimo anno di attività, si svolge nel corso dell'anno, coinvolgendo principalmente le scuole, per promuovere la conoscenza del territorio e dei suoi prodotti, educare al rispetto della natura e della biodiversità.

Tutti i dettagli sulla giornata sono disponibili e possono essere scaricati dal sito www.buonalombardia.it.

  • Per partecipare alla giornata del 30 settembre è meglio prenotare, contattando direttamente l'azienda agricola che si è scelta.

photo credit: Katia Gallo