Essere dei buoni genitori significa anche dire quei no che educano. Non è sempre facile e occorre essere preparati a mantenere la posizione, aiutandosi con il proprio partner.
Essere dei buoni genitori significa anche dire quei no che educano. Non è sempre facile e occorre essere preparati a mantenere la posizione, aiutandosi con il proprio partner.Essere genitori è il mestiere più difficile, ma il nostro compito non è di conquistare una medaglia, ma di educare i nostri figli nel miglior modo possibile. Farne dei bambini e dei futuri adulti responsabili ed equilibrati. Educati al rispetto delle regole e dei limiti imposti dalla società. Inevitabilmente, questo equilibrio consapevole, si costruisce anche attraverso i 'no'.
Dire di no aiuta nell'educazione dei bambini
Sembra quasi scontato dirlo, ma i no educano soprattutto quando sono motivati, chiari e mantenuti nel tempo. Spesso infatti i bambini fanno capricci o fanno scenate strappalacrime per estorcere un sì che diversamente non daremmo. E' importante non cadere in questa trappola perché se cediamo (anche solo per stanchezza), i bambini andranno in confusione crederanno che i loro capricci siano un mezzo da sfruttare per ottenere quello che vogliono.
Il nostro punto di riferimento, in ogni scelta educativa, deve quindi essere l'obiettivo immediato ma anche lo scopo più "lontano" che vogliamo raggiungere attraverso una determinata scelta.
I no che educano
Ovviamente sarebbe impossibile fare una lista dei no che educano i bambini a comportarsi correttamente, sia nell'immediato che nel prossimo futuro. Proviamo comunque a buttare giù un elenco per far diventare questa guida un vademecum pratico all'educazione dei bimbi.
- Se il bambino vuole fare o ottenere cose pericolose (vuole bere il vino, vuole mettere in bocca un oggetto o un liquido pericoloso, vuole arrampicarsi, vuole utilizzare oggetti taglienti, etc.)
- Se il bambino vuole rimanere sveglio oltre l'orario stabilito da mamma e papà
- Se il bambino vuole tirare oggetti, picchiare altri bambini, sottrarre oggetti
- Se il bambino manca di rispetto, usa parole, parolacce o gesti aggressivi contro sé o contro altri
- Se il bambino non vuole adeguarsi alle regole familiari o scolastiche
Ovviamente il "no" non deve essere fine a se stesso. Ogni volta che si utilizza questa "parola magica" motiviamo la nostra scelta dando al bambino una spiegazione semplice ma chiara, che possa capire con i mezzi che ha.
L'importanza di non cedere nel tempo
Come già anticipato, ogni volta che diciamo un 'no' , manteniamo la posizione, senza contraddizioni o ripensamenti nel corso del tempo. Ovviamente è fordamentale avere anche un tono fermo ma sereno e, soprattutto, che il "no" sia condiviso da entrambi i genitori. Un genitore che mette in dubbio la decisione dell'altro, soprattutto davanti al bambino, rende completamente inefficace lo sforzo educativo e crea un'incertezza destabilizzante per il piccolo. In questi casi il bimbo può infatti essere indotto a pensare che non ci sono motivi validi dietro il vostro no e che ondeggiate a seconda dell'umore o dello stress della giornata.
Ricordate che i no che educano aiutano il bambino a confrontarsi con le frustrazioni e imparare a gestirle, in modo positivo.
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