Cosa possono fare i genitori per evitare che i bambini si comportino da "bulli"? Ecco i consigli dell'esperta.
Cosa possono fare i genitori per evitare che i bambini si comportino da "bulli"? Ecco i consigli dell'esperta.Aggressioni fisiche e verbali ai danni di singoli bambini o adolescenti da parte di coetanei. Purtroppo quello del bullismo è un fenomeno tristemente noto ormai da anni, tanto che già nel 2007 il Ministero dell'Istruzione aveva lanciato un importante programma di prevenzione.
Un fenomeno che riguarda tanto i ragazzi in età adolecenziale quanto i bambini.
Ma cosa possono fare allora i genitori per evitare il rischio che i propri figli possano sviluppare atteggiamenti e comportameti da "bulli"?
Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Elena Maria Russo, Educatrice professionale, Counsellor e Formatrice del Metodo Gordon per una Comunicazione Efficace a scuola ed in famiglia.
- Dottoressa, è possibile educare dei bambini anche piccoli a non comportarsi da bulli? E in che modo?
"Sì è possibile, dai tre ai sei anni circa, quando cioè le abilità sociali dei bambini si ampliano per via delle maggiori opportunità di relazione con i pari e con adulti al di fuori del contesto familiare. A questo punto è opportuno supportare il bambino nella socializzazione, implementando delle regole di comportamento basate sul rispetto verso gli altri e verso se stessi. I genitori devono però essere consapevoli che gli episodi di conflitto saranno inevitabili nonché fondamentali per una sana e corretta esplorazione personale e sociale del bambino; è nel conflitto, infatti, che si testa il senso del limite, imparando ad circoscrivere il proprio egocentrismo, a contenere gli impulsi aggressivi e riconoscendo la presenza e la resistenza delle altre persone, siano essi adulti o coetanei.
E’ inoltre importante che il bambino, nei momenti di difficoltà, riesca a riconoscere e gestire le emozioni che entrano in gioco (paura, rabbia, aggressività …ecc.) ed è quindi opportuno sostenerlo con una buona dose di comprensione ed attenzione. Sentirsi “riconosciuto” dall’adulto di riferimento porta a sentirsi valorizzato e a sviluppare un sano concetto di sé nonché a sviluppare delle adeguate competenze pro sociali. La comunicazione con il bambino deve essere inoltre finalizzata a fornirgli un ampio vocabolario delle emozioni in modo tale che sia in grado di esprimerle. Un esempio semplice ed efficace è aiutare il bambino ad esprimere senza paura di giudizio le proprie emozioni. Ad esempio iniziare la conversazione dicendo “Sembra proprio che tu sia arrabbiato. Me ne vuoi parlare?”. Questo permette al bambino di esprimere ciò che sente e quindi di liberarsi della tensione."
- E quali possono essere le cause di un comportamento da bullo in un adolescente?
"L’adolescenza, si sa, è un periodo complesso di transizione e di acquisizione di nuove regole sociali. L’affermazione di sé passa attraverso l’accettazione degli altri, perciò alla base di un comportamento da “bullo” c’è in primis l’esigenza di essere “riconosciuti” dai pari. In questo caso specifico però non avviene in modo sano, basato sul rispetto altrui bensì attraverso l’abuso di potere sugli altri. Un abuso di potere dovuto all’incapacità di relazionarsi adeguatamente, all’insufficienza di attenzioni da parte degli adulti di riferimento e ad una cattiva gestione delle proprie emozioni."
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