Una bambina di 3 anni resta sola alla sua festa di compleanno, il video di lei che mangia la pizza in una “festa fantasma” diventa virale, ma non è solo questione di tempo, soldi e fatica sprecati: questo è il ritratto di una società egoista e indifferente.
Una bambina di 3 anni resta sola alla sua festa di compleanno, il video di lei che mangia la pizza in una “festa fantasma” diventa virale, ma non è solo questione di tempo, soldi e fatica sprecati: questo è il ritratto di una società egoista e indifferente.Una festa di compleanno non è semplicemente un evento celebrativo, è una palestra importante di socialità, soprattutto per i bambini piccoli che nutrono il quotidiano bisogno di misurarsi con gli altri.
Così, invitare alla propria festa gli amichetti di scuola o quelli della palestra e del catechismo equivale a evocare l’amicizia chiedendole di manifestarsi fuori dai luoghi di “condivisione obbligata”.
È per questo che il bambino, circondato dai suoi amici, nel giorno della sua festa non è solo un bimbo felice e celebrante, è, ancora più profondamente, un fanciullo appagato ed è il suo “sé sociale“ a trovare soddisfazione profonda.
Negli inviti di compleanno su carta colorata, nell’entusiasmo della scelta del tema e dei regalini per gli ospiti, gli adulti non sanno sempre leggere queste implicazioni profonde. Troppo spesso mamma e papà scelgono se portare o meno il figlio alla festa dell’amico sulla mera base dell’organizzazione familiare e non tenendo conto, quindi, del peso emotivo del festeggiamento.
Dopo la pandemia e i relativi mesi di isolamento, l’allenamento del “sé sociale” e le occasioni di contatto tra pari sono ancora più importanti.
Nessuno va alla festa di compleanno di una bimba di 3 anni, la reazione del popolo dei social
Pochi giorni fa la mamma di una bambina di tre anni ha pubblicato su TikTok il video della festa di sua figlia andata letteralmente deserta e le immagini della piccola mentre mangia la pizza del suo compleanno tutta sola.
Nessuno degli invitati si è presentato alla festa di compleanno di Avery, la bimba avrebbe dovuto spegnere 3 candeline nell’abbraccio avvolgente e delicato dei compagni, invece era sola in una sala addobbata a festa con una grande torta a tema Frozen intorno alla quale nessuno ha intonato “Happy Birthday”.
La madre ha denunciato su TikTok la delusione che ha accompagnato la circostanza: "Abbiamo invitato 27 bambini alla terza festa di compleanno di Avery – ha scritto mamma Breanna in commento al video -. Nessuna delle sue amiche si è presentata. Denaro e tempo sprecati”.
Mamma Breanna ha raccolto la solidarietà della comunità social, delle mamme e non solo, ma questo non basta a cambiare le cose!
I bambini non sempre hanno un libero potere decisionale, spesso il loro agire è guidato dalle scelte dei genitori e, ancor peggio, non è raro che il genitore pregiudichi la visione e l’esperienza del bambino assumendo posizioni adulte sulle cose del mondo e sulle relazioni sociali.
Come educatori di riferimento, dovrebbe essere nostro compito astenerci da valutazioni lontane dagli interessi dei bambini e preservarne il candore e la serenità, anche relazionale.
La sensibilità dei bambini non ammette compromessi
Abbiate cura di favorire la relazione dei vostri bambini con i loro pari.
In modo particolare, non giudicate mai un bambino mettendolo in una relazione equipollente col suo stesso genitore, per cui a mamma scortese, antipatica o difficile da frequentare corrisponde un bambino da “allontanare” da nostro figlio; queste associazioni mentali si possono trasformare in trappole sociali a tutto danno dei bambini e della loro crescita.
Nella riflessione su quale comportamento mantenere rispetto a un bambino che si relaziona a nostro figlio (per esempio, invitandolo a una festa, chiedendogli di giocare insieme a lui, invitandolo a casa sua, eccetera) abbiate cura di guardare al mono nella logica dei piccoli, ovvero senza preconcetti e sovrastrutture.
Se mamma Breanna si sofferma sulla pizza che finisce nel pattume, sua figlia Avery, probabilmente, si starà soffermando sul dolore causato dal vuoto che l’ha circondata, ovvero, anche mentre addenta la pizza, si sarà chiesta: “Perché sono sola qui, perché i mie amici non hanno risposto al mio invito?” O peggio: “Cosa c’è di sbagliato in me? Cosa ho fatto di male?”.
- Da genitore dell’invitato, sforziamoci di non pensare al genitore che ci invita;
- rivolgiamo sempre lo sguardo ai bambini e, senza tenere conto della grandiosità o meno della festa o della location e del contesto, manteniamo alta l’attenzione sul bambino;
- riflettiamo sulla costruzione emotiva della festa nell’animo del piccolo festeggiato, su come la sta caricando di aspettative che coinvolgono il senso di condivisione, quello di partecipazione e direttamente coinvolgono anche nostro figlio.
Una simile riflessione accrescerà anche il rispetto che il nostro bimbo manifesterà verso i suoi pari perché farà di noi dei genitori empatici capaci di educare i nostri piccoli alla consapevole e profonda considerazione dell’altro.