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Consigli sulla gravidanza: lavoro e maternità

Guarda il video e scopri cosa c’è da sapere sulla maternità al lavoro, il congedo parentale per le lavoratrici atipiche, autonome e per i papà.

A domanda... risposta

Perché il periodo di licenza per maternità è detto obbligatorio?

Tutte le lavoratrici madri sono obbligate ad astenersi dal lavoro per cinque mesi. Questo periodo è flessibile, ossia si può scegliere se entrare in maternità due mesi prima del parto e restare in congedo nei tre mesi successivi, oppure iniziare il congedo un mese prima del parto e prolungarlo quattro mesi dopo. In totale, però, i mesi di astensione obbligatoria dal lavoro dovranno essere cinque.

Il periodo obbligatorio vale anche per le lavoratrici parasubordinate, atipiche o a progetto?
Sì, anche per loro vi è l’obbligo di astenersi per cinque mesi dal lavoro con una retribuzione erogata dall’INPS.

E le lavoratrici autonome?
Per chi ha un’attività di lavoro autonomo è previsto un assegno di maternità, erogato dalla cassa previdenziale a cui si è iscritte (cassa di categoria o gestione separata INPS). Il contributo, che è una percentuale dei contributi versati in precedenza oppure del reddito, secondo i casi, viene calcolato dalla cassa stessa. Questo contributo serve a garantire un periodo di licenza per maternità anche a queste lavoratrici.

Chi invece attualmente non ha un posto di lavoro, non ha diritto a niente?
Dipende da alcune condizioni. La futura mamma ha diritto a un assegno di maternità se l’ultimo rapporto di lavoro non si è interrotto oltre i nove mesi dall’inizio della gravidanza. Per chi, invece, non ha mai lavorato, ci possono essere degli interventi da parte dello Stato e del Comune per la totale mancanza di un reddito.

Perché si dice che le lavoratrici subordinate a tempo indeterminato sono più garantite?
Le lavoratrici assunte a tempo indeterminato hanno la garanzia di conservare il posto di lavoro al loro rientro dopo la licenza per maternità. Inoltre, queste lavoratrici possono godere anche del periodo di licenza facoltativo.

Che cos’è il periodo di maternità facoltativo?
È il diritto della lavoratrice subordinata a protrarre il periodo di astensione dal lavoro per ulteriori sei mesi, dopo il congedo obbligatorio. È un diritto di ogni donna in maternità, quindi il datore di lavoro non può opporsi al prolungamento del congedo.
In alcuni casi il periodo facoltativo può essere esteso anche alle lavoratrici parasubordinate, ma a discrezione del datore di lavoro che si può rifiutare e non garantire il posto di lavoro al suo rientro.

Lo stipendio rimane invariato?
Durante i cinque mesi di astensione obbligatoria la donna percepisce fino all’80% dello stipendio. Per il periodo facoltativo, invece, la retribuzione scende al 30% dello stipendio. Tuttavia, alcuni contratti collettivi applicati possono integrare questo compenso.

Quali ulteriori diritti ha una madre lavoratrice subordinata?
Se rientra dopo l’astensione obbligatoria, fino al compimento dell’anno del bambino la madre ha diritto a un orario ridotto per l’allattamento. Se, per esempio, l’orario di lavoro normale è di sei ore al giorno, avrà diritto a due ore di astensione. Se, invece, le ore di lavoro sono inferiori, l’astensione sarà solo di un’ora.

Dopo l’anno di età del bambino, si hanno ancora dei diritti?
Fino al compimento dell’ottavo anno di età, la madre ha diritto all’astensione per malattia del figlio. Con una distinzione: fino al terzo anno di età, la mamma ha diritto a restare a casa dal lavoro per tutta la durata della malattia del bambino. Quest’astensione sarà considerata come permesso non retribuito. Dai tre agli otto anni, invece, la mamma ha diritto all’astensione per malattia del figlio solo per cinque giorni l’anno.

Se il mio lavoro prevede i turni, ho qualche agevolazione?
Fino al terzo anno del bambino sarai esentata dai turni notturni.

Che cos’è il congedo parentale?
È un periodo di astensione dal lavoro a cui hanno diritto entrambi i genitori e che inizia dopo il periodo di maternità. Può essere richiesto sia dalla mamma che dal papà. Se a usufruirne è la mamma, coincide con il periodo di astensione facoltativa. A farne richiesta, però, può essere anche il padre. Può essere chiesto fino all’ottavo anno di vita del bambino.

Quanto dura il congedo parentale?
Se lo richiede solo la mamma dura sei mesi come l’astensione facoltativa. Se il congedo è chiesto solo dal padre, gli scenari sono diversi. Il padre può chiedere, in modo autonomo rispetto alla madre, un’astensione di sei mesi, oppure di sette mesi se può godere tre mesi in modo continuativo. Se il padre è genitore unico, può chiedere fino a dieci mesi.
La somma dei congedi della madre e del padre non può superare dieci mesi.
Non è necessario che il congedo sia continuativo, può essere anche frazionato. La retribuzione del padre nel caso di congedo sarà del 30% dello stipendio (come la madre).

Il papà quando deve presentare richiesta del congedo parentale?
Almeno 15 giorni prima nel caso di congedo frazionato, con un anticipo maggiore nel caso di quello continuativo.

Autore
Costanza Mason

Regia
Valeria Sanna
Valeria Spera

Producer
Valentina Mele
Michela Mozzanica

Interpreti
Laura Carusino
Vanessa Rossetti

Responsabile tecnico
Enrico Boccato

Operatori
Valeria Spera
Matteo Youssoufian

Montaggio
Valeria Spera

Esperto
Simona Bosisio, avvocato del lavoro

Si ringrazia
Liberia Elledici
Via Melchiorre Gioia, 62 - Milano
www.elledici.org

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