Si tratta di una malattia infettiva che colpisce le ghiandole salivari: ecco tutto quello che c'è da sapere sugli orecchioni.
Si tratta di una malattia infettiva che colpisce le ghiandole salivari: ecco tutto quello che c'è da sapere sugli orecchioni.La parotite, più conosciuta con il nome comune di "orecchioni" è una malattia infettiva che colpisce le ghiandole salivari. A causarla è il Paramyxovirus che causa un rigonfiamento delle ghiandole salivari, in particolare delle parotidi. Le parotidi sono infatti le ghiandole salivari più grandi e sono poste dietro alle orecchie: il loro rigonfiamento fa apparire le orecchie più grandi e da qui deriverebbe la definizione comune di "orecchioni".
La parotite colpisce principalmente i bambini tra i 5 e i 10 anni d'età e il suo picco solitamente si registra tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera.
Il contagio degli orecchioni
La parotite si trasmette attraverso le goccioline di saliva infette, emesse tossendo, starnutendo o parlando. Solitamente la malattia è contagiosa da 7 giorni prima del tipico rigonfiamento delle parotidi fino a 7 giorni dopo.
I sintomi degli orecchioniì
In alcuni casi si manifestano inzialmente sintomi come spossatezza, mal di testa, nausea e una leggera febbre; in altri il caratteristico rigonfiamento delle ghiandole salivari non è preceduto da alcun sintomo. La manifestazione più evidente è dunque proprio l'infiammazione della parotidi e il loro conseguente ingrossamento.
Questo fenomeno provoca a volte nei bambini un dolore molto intenso, tanto da rendere difficile la masticazione e la deglutizione perchè masticando viene stimolata la zona infiammata. In questa fase in genere la febbre può raggiungere anche i 39°.
Come si cura la parotite?
Come per altre malattie infettive non esiste una cura specifica: il pediatra può prescrivere un antipiretico per abbassare la temperatura e un analgesico per attenuare il dolore.
Può essere utile poi applicare del ghiaccio sulla zona infiammata e proporre al bimbo cibi liquidi e semiliquidi, come gelati o passato di verdura, che non richiedono masticazione.
Attenzione anche ai cibi aspri che stimolando la salivazione possono accentuare il dolore.
Anche in questo caso la forma di prevenzione più efficace è rappresentata dal vaccino che in genere viene somministrato in una prima dose tra i 12 e i 15 mesi, con un richiamo tra i 5 e i 6 anni.
La parotite può avere conseguenze più gravi se contratta in età adulta: negli adolescenti il rischio è legato all'infiammazione di uno o entrambi i testicoli, con una percentuale di sterilità del 10%.
Nei neonati invece la parotite può dare origine a una forma seppur blanda di meningite.
La sordità, invece, che è una dele conseguenze più temute è di fatto piuttosto rara: in ogni caso è bene sottoporre i piccoli a una visita qualora si sospetti un calo dell'udito a seguito della malattia.