L'ossessione per l'estetica, i gruppi di Whatsapp, il timore di danneggiarli psicologicamente: ecco tutte le ossessioni che rendono la maternità una disciplina da giochi senza frontiere.
L'ossessione per l'estetica, i gruppi di Whatsapp, il timore di danneggiarli psicologicamente: ecco tutte le ossessioni che rendono la maternità una disciplina da giochi senza frontiere.«Ci hanno promesso che essere madri sarebbe stata la miglior della vita o l'unico modo per sentirci davvero "donne complete", ma la realtà è ben diversa», dice Orna Donath autrice di Pentirsi di essere madri (Bollati Boringhieri Editore).
Ma senza arrivare al limite estremo del pentimento per una scelta comunque prodiga di meraviglie e complessità, raccogliendo le storie e le testimonianze di numerose madri, sembra esserci un minimo comune denominatore: la pressione sociale.
Si tratta di un fattore che produce fenomeni come il bullismo da orologio biologico (quando i figli non si hanno) o la messa alla gogna per il solo fatto di non volere figli, proprio come Donath. Nella biografia del suo primo libro l'autrice israeliana scrisse che lei, di bambini, non ne desidearava, scatenando un putiferio.
Ma perché fare le mamme oggi è difficile?
Grazie all'informazione sempre più diffusa e accessibile anche e soprattutto online, le genitrici vengono bombardate da nuovi comandamenti da seguire a tutti i costi per crescere figli sani, forti ed equilibrati.
Ad esempio c'è la questione dell'alimentazione. Per le bambine cresciute a pizza bianca e mortadella o con una merendina nello zaino, da mamme si sono ritrovate davanti a un mondo ossessionato dal rischio di obesità infantile e problemi legati all'alimentazione. Se da mamme oggi preparassero la loro merenda di bambine, sarebbero linciate.
Oggi tra olio di palma e rischi per la salute dei bambini, tutto ciò è diventato simbolo di noncuranza e approssimazione. Quindi una madre è tenuta a fare molta attenzione a ciò che i propri figli ingeriscono, pena la gogna.
Anche l'estetica dei bambini è diventata un problema da monitorare costantemente. Apparire al meglio già dalla più tenera età sembra quasi diventato un dovere sociale. E ovviamente tocca alle mamme occuparsi del look dei pargoli, con tanto di onere di continuo aggiornamento attraverso i trend fashion su Instagram.
Vogliamo poi parlare dei gruppi di Whatsapp? Anticipazioni dei tanto temuti gironi danteschi, sono oggi imprescindibili per imbastire buone relazioni con gli altri genitori, essere sempre aggiornati sulle attività a cui prendere parte, sui soldi da versare per gite e compleanni e la lezione di ginnastica speciale in cui portare scarpe e tuta.
Poi c'è il lavoro. Le donne nella storia hanno lottato come leonesse - e continuano a farlo - per avere il diritto di lavorare. Oggi si battono per avere stipendi e trattamenti equi sul posto di lavoro. Una volta consolidata la propria carriera, si "concedono" una maternità, magari due. Ed ecco che il lavoro diventa improvvisamente un problema.
Spesso a sollevarlo sono le mamme che non lavorano, che additano le "colleghe", definendole cattive madri, ree di trascurare i pargoli. Eppure fino a poco tempo fa madri e nonne lavoratrici sembravano aver fatto un buon lavoro...
Ci sono da tenere a bada tv, smartphone e tablet. Chi scrive è cresciuta a sessioni pomeridiane di Bim Bum Bam senza riportare grossi danni. La mamma lavorava e la tv ci faceva compagnia. L'immaginazione non ne ha risentito e riesco ancora a concentrarmi, a ricordare la differenza tra violenza e non violenza.
I bambini di oggi devono al massimo difendersi da Peppa Pig che salta in una pozzanghera, mentre i genitori si chiedono preoccupati se il pargolo andrà in analisi perché da bambino sta passando troppo tempo davanti a uno schermo.
Sempre in virtù di un'informazione più diffusa, oggi sappiamo che un capriccio potrebbe essere la spia di un caso di depressione infantile. L'ansia di non danneggiare i propri figli con comportamenti sbagliati, spesso schiaccia mamme e papà che temono di rovinare le vite ai propri figli.
Mai abbassare la guardia, certo, ma con un po' di sicurezza se lo avete messo al mondo, vi accorgerete della differenza tra l'ennesima protesta infantile e un sintomo di cui davvero preoccuparsi.
«Son tutte belle le mamme del mondo», recitava una celebre canzone. Ma c'è di più. Quelle rilassate, sicure di sé e del proprio ruolo, vivono anche meglio e sono felici con i loro piccoli. E questo, i bambini, lo sentono.