Per comunicare con i teenager, bisogna parlare la loro stessa lingua: ecco quali sono i termini e le locuzioni preferite dai giovanissimi.
Per comunicare con i teenager, bisogna parlare la loro stessa lingua: ecco quali sono i termini e le locuzioni preferite dai giovanissimi.“Ti lovvo”, “drinkare”, e ancora “scialla”, “postare”, “svalvolare”: cambiano i tempi, e con loro cambiano anche i modi di comunicare e le parole utilizzate per farlo. Soprattutto tra i giovanissimi, che assorbono come spugne ciò che sta loro intorno e si adattano al contesto sociale in cui sono inseriti, attingendo da ciò che usano di più - smartphone e social - ispirazioni per coniare neologismi e modi di dire.
Il “vocabolario” dei giovanissimi è stato l’oggetto dello studio di un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università Lumsa, che ha raccolto le oltre 500 parole e locuzioni più utilizzate dai giovanissimi di oggi e le ha elencate nel volume "Bella ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata" (Edicions de l'Alguer per la collana Alba Pratalia), che è stata passato al vaglio dal professor Michele Cortellazzo, ordinario di Linguistica italiana all'Università di Padova e uno dei massimi esperti italiani di linguaggio giovanile.
Foto: Denis Cristo@123rf.com
Tra le parole già utilizzate ci sono sicuramente "postare”, e cioè la versione italianizzata di “to post”, pubblicare qualcosa online, legato ovviamente ai social network; si passa poi a "beccarsi" (incontrarsi), ”bordello" (confusione), "svalvolare" (evoluzione di “sclerare”, uscire di senno, dare in escandescenze), e ancora “clannare”, “Omw”, acronimo di “On my way!”, “sto arrivando”, e poi W8 (aspettare, dalla pronuncia del verbo inglese “to wait”, che significa proprio aspettare.
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Spazio anche ad aggettivi “declinati”, come ”palloso" (noioso), ”morbidoso" (delicato), "gufata"(frase che porta sfortuna) e “cinesata" (oggetto di scarsa qualità). Difficili per gli adulti da integrare nelle conversazioni, ma termini indispensabili per capire meglio quella “entità” spesso incomprensibile che si aggira per casa: l’adolescente.
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