In orbita il primo satellite della costellazione Copernicus per monitorare il suolo terrestre, i mari, l’atmosfera e gestire le emergenze.
In orbita il primo satellite della costellazione Copernicus per monitorare il suolo terrestre, i mari, l’atmosfera e gestire le emergenze.E’ stata avviata la costellazione satellitare Copernicus per monitorare l’ambiente e fornire informazioni preziose sui cambiamenti climatici. L’operazione, successiva all’invio della costellazione di satelliti Galileo per la navigazione, è stata finanziata dall’Unione Europea e messa a punto dall’Agenzia spaziale europea (Esa).
Sono stati investiti 5 miliardi di euro per finanziare il lancio di otto satelliti chiamati "Sentinelle" che avranno un ruolo fondamentale nella sorveglianza del nostro pianeta.
Sono sei le aree di cui si occuperanno i satelliti: il monitoraggio del suolo, del mare, dell’atmosfera, i cambiamenti climatici, la gestione delle emergenze e la sicurezza.
Tutti i satelliti determineranno l’avvio di una vasta gamma di applicazioni riguardanti la gestione delle aree urbane, la pianificazione regionale, l’agricoltura, la pesca, la salute, la protezione civile in caso di catastrofi naturali, i trasporti e il turismo.
Il primo satellite, Sentinel-1A, è partito il 3 aprile dalla base di Kourou, nella Guyana francese, con un razzo Soyuz.
I satelliti utilizzeranno scandagli radar per compilare mappe del territorio e per misurare ininterrottamente tutti i mutamenti che potenzialmente potrebbero causare rischi come la ritirata dei ghiacci o i movimenti della superficie terrestre ma anche le tratte delle navi riguardanti la pesca illegale e l’immigrazione clandestina.
Molto importante è stato il contributo italiano infatti i primi due satelliti sono stati costruiti da Thales Alenia Space Italia a Roma ma diverse sono state anche le piccole e medie aziende ad elevata tecnologia che hanno partecipato al progetto. Senza contare poi che il Centro spaziale di Matera di Asi/Telespazio si occuperà della raccolta dati inviati dai satelliti.
Dopo il lancio i test dureranno circa tre mesi e la gestione dei collegamenti avverrà da quattro stazioni poste nelle isole Svalbard, a Kiruna (Svezia), in Antartide e in Alaska.
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